La storia recente dei Chicago Bulls è stata segnata da un evento spartiacque, ovvero la rissa in allenamento tra Nikola Mirotic e Bobby Portis. La tensione latente già da tempo tra i due, un contatto di troppo: lo spagnolo apre le danze, lo statunitense risponde pan per focaccia e la zuffa è servita.
Risultato: commozione cerebrale e fratture facciali multiple per Mirotic che viene relegato ai box a tempo indeterminato, sospensione di otto partite inflitta dalla franchigia per Portis. Uno scontro che ha avuto conseguenze nell’immediato ma che ne avrà anche sul futuro prossimo dei Bulls, i quali si ritrovano in casa due elementi la cui convivenza rischia di essere controproducente per il resto dello spogliatoio.
Secondo quanto riportato da K.C. Johnson del Chicago Tribune, Mirotic non vorrebbe lasciare la Windy City nonostante l’accaduto, anche se – come lasciato intendere da fonti vicine ai Bulls – la tensione con Portis non sembra essersi attenuata più di tanto.
Lo scenario più probabile è che uno dei due contendenti venga sacrificato per il quieto vivere del locker room. Una scelta difficile per la dirigenza chicagoana vista la situazione contrattuale: Mirotic ha da poco ottenuto un biennale da 27 milioni di dollari complessivi, con la team option nel secondo anno dell’accordo, mentre per Portis i Bulls hanno tempo fino al 31 ottobre per esercitare l’opzione per il quarto anno di contratto presente nel suo triennale.
I vincoli attorno a Mirotic potrebbero ritardare la sua partenza, visto che non può essere scambiato fino almeno a metà gennaio (in quanto ha firmato l’ultimo accordo meno di un mesa fa) come stabilito dal nuovo contratto collettivo e soprattutto visto che il nativo di Podgorica ha l’ultima parola sul trasferimento imbastito.
Ciò non significa in maniera automatica che il prescelto per una cessione sia allora Portis, visto che la situazione rimane alquanto nebulosa e visto che il front office di Chicago non ha ancora sciolto tutti i dubbi a riguardo.