Lonzo Ball, in sole 8 partite NBA, ha già attraversato tutte le ondate del saliscendi tecnico-emotivo che solitamente un giocatore vive in un’intera carriera. Da sicura superstar in fieri, a bust, di nuovo a superstar, a delusione, a speranza, a mediocre. Nel giro di 3 settimane.
Certo, l’essere stato scelto con la pick numero 2 nel Draft 2017 – oltretutto dai Los Angeles Lakers – non aiuta a livello di pressione sulle spalle, ma Ball Jr. è stato allevato da papà LaVar proprio col mantra del rifiuto di ogni ipotesi di sconfitta o riconsiderazione di sé verso il basso. Lonzo, comunque, dopo la prestazione scoreless di ieri sera nella partita persa dai suoi Lakers contro i Portland Trail Blazers (113-110), ha ammesso di dover essere più carico in campo.
ENERGIA
Queste le parole di Ball a fine partita:
Dovevo dare di più, giocare con più aggressività. Non ci sono dubbi.
Le cifre parlano per lui: 28 minuti, 0 punti, 4 assist, 3 rimbalzi, 1 rubata e 2 stoppate, con 0-2 dal campo e neanche un tiro libero tentato.
Coach Luke Walton ha fatto eco alle parole del suo rookie:
Penso sia stato troppo passivo stanotte. Probabilmente ricapiterà in futuro, perché per i giovani la cosa più difficile è trovare il giusto ritmo, abituarsi alla mole di partite che si giocano in NBA. Ma Lonzo ha ottime basi, è davvero un buon distributore di palloni. Deve diventare anche più attivo nell’attaccare direttamente le difese.
Di solito le promesse hanno tutto il tempo per sviluppare il proprio potenziale; non a Los Angeles. Lo sa bene D’Angelo Russell, ceduto in estate ai Brooklyn Nets dopo due stagioni così così in California. Lo showdown tra i due è previsto per stanotte: Nets in visita a LA, per una possibile vendetta da non perdere. E per un nuovo capitolo della saga di Lonzo Ball.
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