Serviva un messaggio forte e chiaro da parte dei Cleveland Cavaliers, che dovevano assolutamente rispondere “presente” dopo una serie di quattro sconfitte consecutive e un’alchimia di squadra che pare ancora difficile da raggiungere. E chi poteva mandare questo messaggio, se non il giocatore più forte del mondo?
Si, perchè questa notte è stata la notte di LeBron, che ha piegato i Washington Wizards alla Capitol One Arena segnando la bellezza di 57 punti, tirando con un irreale 23 su 34 al tiro (67.6%) in 42 minuti di gioco. Ovviamente vittoria di Cleveland per 130 a 122.
Se ve lo stavate chiedendo, no, non è ancora finita.
Perché oltre ai punti, il Re ha raccolto la bellezza di 11 rimbalzi, dispensato sette assist ai compagni, rubato tre palloni e stoppato due tiri. Il solo dal 1984 a compiere una prestazione da almeno 57-11-7 assieme a Russell Westbrook, che lo scorso Marzo con i suoi “vecchi” Thunder aveva postato una mostruosa tripla doppia contro gli Orlando Magic da 57-13-11.
Ora è abbastanza? No. Perchè i record per LeBron James continuano sempre.
Undicesima partita da almeno 50 punti, eguagliato Allen Iverson al sesto posto nella storia dell’Nba; Eguagliato il record franchigia di punti che fino ad ora apparteneva solo a Kyrie Irving, che ne mise 57 in maglia Cavs contro gli Spurs di Gregg Popovich nel 2015; Secondo giocatore ogni epoca, dietro solo a Michael Jordan, per partite consecutive con almeno 10 punti a referto (siamo a quota 800); Superati Kevin Garnett e John Havlicek per l’undicesimo posto ogni epoca per percentuale dal campo; Seconda miglior prestazione in carriera (ne ha fatti 61 con la maglia di Miami contro Charlotte nel 2014) e il più giovane di sempre a raggiungere quota 29.000 punti in carriera.
Pare che prima della partita tra Whashington e Cleveland, Bradley Beal e John Wall abbiano affermato di essere il team più forte ad East, dichiarando anche che lo scorso anno i Cavs avrebbero lasciato il primo posto in classifica ai Boston Celtics per paura di dover affrontare i Wizards nei playoffs. Ecco, parrebbe che a LeBron siano arrivate queste voci poco prima della palla a due, dire che gli ha fatto rimangiare la parola sarebbe riduttivo.