Il mestiere di coach NBA richiede, spesso, di fare scelte impopolari, pur se giuste. Lo sa bene coach Walton, impegnato nella difficile gestione di uno dei roster più giovani, promettenti e “anarchici” della NBA, quello dei Los Angeles Lakers.
BALL DON’T LIE
Walton, nella vittoria 100-93 della scorsa notte dei Lakers sui Phoenix Suns, ha tenuto Lonzo Ball – nucleo del progetto-giovani gialloviola – in panchina nelle fasi calde della partita, punto a punto fino alle ultime battute. Decisione presa perché la seconda scelta assoluta al Draft 2017 non ha giocato una delle proprie migliori gare (7 punti con 3-10 al tiro) e perché la riserva Jordan Clarkson, contemporaneamente, ha dato sfoggio di tutto il proprio arsenale offensivo, con 25 punti segnati in 26 minuti.
Walton ha commentato così:
Lonzo ci dà una combinazione unica di feeling per il gioco e playmaking di livello, ma oggi Jordan Clarkson e Corey Brewer hanno giocato in modo incredibile. Nell’ultimo quarto sono stato in più occasioni sul punto di rimettere in campo Lonzo, ma ogni volta che stavo per farlo i suoi pariruolo mi hanno fatto ricredere a colpi di grandi canestri e giocate.
Per il giovane Ball continua il saliscendi tra buone partite e buchi nell’acqua, cosa tutto fuorché rara tra i rookie, anche quelli di alto profilo come lui. Dopo la tripla doppia messa a segno sabato contro i Bucks e la performance così così contro i Suns, chissà cosa farà Lonzo domani notte contro i Sixers. Hit or miss, con il play dei Lakers non ci sono mezze misure.
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