I Boston Celtics hanno visto intrecciarsi, alla propria incredibile storia fatta di successi, una storia parallela e drammatica – più spesso di quanto sia auspicabile e di quanto sia consuetudine – gravitante intorno al dramma e alla morte: dalla scomparsa di Len Bias – seconda scelta assoluta al Draft 1986, morto poche ore il Draft stesso – a quella di Reggie Lewis – perno del post-Larry Bird deceduto per un’aritmia cardiaca appena 27enne e nel pieno della carriera – per arrivare alla tragedia che ha toccato Isaiah Thomas pochi mesi addietro col trapasso della sorella e Jaylen Brown nelle ultime ore, con la perdita del migliore amico Trevin Steede.
I Celtics, che hanno imparato a farsi forza in queste situazioni potenzialmente deflagranti, si sono stretti intorno al proprio sophomore, che ha deciso di giocare ieri contro i Warriors nonostante il lutto. Kyrie Irving, leader tecnico ed emotivo della squadra, ha voluto fare un gesto simbolico per dimostrare la propria vicinanza al compagno, consegnandoli, al termine della gara, il pallone con cui questa è stata disputata.
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Ecco le parole di Irving nel postpartita:
So cos’è il lutto, so cosa significa perdere qualcuno a cui vuoi bene. Quando vedo un amico stare male per la morte di una persona cara per me è naturale entrarci in empatia profonda. Ho provato a far forza a Jaylen, dicendogli parole che sono state dette a me in passato, quando mi sono trovato nella sua situazione.
Brown ha dichiarato:
Kyrie mi ha dato il pallone, a fine partita, e ha detto di tenerlo per ricordare Trevin. Per me il suo gesto ha significato molto.
L’esterno ventunenne dei Celtics, nella 14esima vittoria consecutiva dei suoi, è stato miglior realizzatore di squadra, con 22 decisivi punti in 34 minuti (con anche 7 rimbalzi e 2 rubate).
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