Il nome di Phil Jackson gravita attorno alla pallacanestro americana da oramai dieci lustri (i New York Knicks lo scelsero al Draft del lontano 1967). Un arco temporale assai ampio e segnato perlopiù da successi, come certificano i tredici anelli complessivi conquistati, prima in campo (2, Knicks ‘70 e ‘73) e poi in panchina (11 tra Bulls e Lakers). Il ricordo più limpido della lungimirante carriera del “Maestro Zen” è però la tutt’altro che esaltante parentesi dietro la scrivania dei Knicks, nel ruolo di President of Basketball Operations.
Steve Kerr, che con Jackson in panchina ha fatto parte dei Bulls del Three- peat di fine anni ‘90, ha parlato recentemente dell’ex allenatore ai microfoni di Ian Begley di ESPN in questi termini:
Tutti avremo i nostri momenti in questa lega—alti e bassi. Phil [Jackson] ha avuto così tanto successo da allenatore. Non so, forse lo aspettava il rovescio della medaglia.
È una lega dura. Le cose devono andare [in tuo favore], devi fare un buon lavoro, ma devi anche avere un po’ di fortuna. Phil lo sa meglio di tutti; puoi essere davvero fortunato ed ereditare Michael Jordan o essere sfortunato e [vedere] che tutto va storto. Fa parte [del gioco].