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Porzingis si è preso New York – e presto si prenderà il mondo

Liepāja (ted. Libau, rus. Лиепая, Liepaja) è una città della Lettonia di 82.413 abitanti.

È un importante porto sul cordone litorale che separa il Mar Baltico dalla laguna omonima, 180 km a ovest-sud-ovest della capitale Riga. È passata dall’essere sotto il controllo lituano prima, tedesco poi ed infine lettone, e soprattutto è il luogo di nascita del primo vero unicorno mai visto sul pianeta terra.

La ridente cittadina di Liepaja

Figlio di Talis e Ingrida, Kristaps Porzingis ha vissuto di pallacanestro fin dai primi giorni della sua vita – il padre ha giocato a livello semi-professionale prima di diventare un autista, la madre è arrivata fino alle nazionali giovanili lettoni. Ai genitori si aggiungono due fratelli, Martins e Janis, rispettivamente 15 e 13 anni più grandi di Kristaps, anche loro giocatori di basket professionisti (Janis ha militato anche in Italia, vestendo tra le altre le maglie di Pistoia, Livorno e Brindisi).

Dopo aver passato dai 6 ai 15 anni a giocare nel BK Liepajas, un agente lettone spedì alcuni video del giovanissimo Porzingis a squadre italiane e spagnole, attirando in particolare l’attenzione del Cajasol Sevilla. Alto 2,03 metri per soli 71 kg di peso (!!!) al momento del provino con la squadra andalusa, nel giro di pochi giorni Kristaps viene ingaggiato dal Cajasol e riceve la notizia di essere affetto dall’anemia, malattia che rende praticamente impossibile la vita ad un atleta professionista. Come si è arrivati quindi da un uno stecco appena sopra i due metri che faceva fatica ad allenarsi per un’ora di fila al giocatore che, come pochi altri, sta facendo della NBA il suo parco giochi in queste prime settimane di regular season?

E’ sempre bene ricordare la reazione dei fan dei Knicks al momento della scelta di Porzingis al draft

 Il lettone è arrivato a New York in un momento storico molto delicato per la squadra, che dopo aver assaporato aria di svolta nella stagione 2012-13 (record 54-28 e semifinali di Conference) aveva subìto i passi indietro dei due anni successivi – uno negativo e l’altro disastroso, con record rispettivamente di 37-45 e 17-65.
In un draft 2015 che presentava potenziali crack come Karl-Anthony Towns, D’Angelo Russell e Jahlil Okafor, i Knicks con la quarta scelta vanno a prendere proprio Porzingis, snobbando prospetti come Hezonja, Cauley Stein, Mudiay e Devin Booker e suscitando i famosi ‘boo’ riproposti nella gif qua sopra.

Ma torniamo ai giorni nostri.

Sono passati due anni e cinque mesi da quel momento, due stagioni in cui Porzingis ha zittito ogni critica ed è diventato il nuovo beniamino del Madison Square Garden con 16 punti e 7 rimbalzi di media a partita. Prima di iniziare questa stagione, poi, il figlio di  Talis e Ingrida si è trovato di fronte alla sua prima competizione internazionale importante, Eurobasket 2017, a cui ha più volte dichiarato di tenere almeno quanto alla sua carriera NBA (ma conoscendo il temperamento nord-europeo, probabilmente anche qualcosa in più). Arrivato ai blocchi di partenza con tutta la Lettonia sulle spalle (letteralmente, da quelle parti non si era mai visto un giocatore/personaggio del genere), Porzingis è riuscito a gestire al meglio la pressione di essere l’uomo franchigia, e aiutato dal gioco corale di una nazionale tanto giovane e inesperta quanto in rampa di lancio per i prossimi anni, ha disputato una competizione di primissimo livello, conclusa con 23.6 punti, 5.9 rimbalzi e 2 stoppate a partita. La Lettonia ha raggiunto degli insperati quarti di finale, arrendendosi solo alla Slovenia poi campione, e Porzingis ha chiuso quella partita con 34 punti e giocate come questa:

Sorry not Sorry Anthony Randolph

Quello che maggiormente ci interessa, però, è la stagione in corso. Chiamato a prendersi definitivamente la città dopo l’addio di Melo, impacchettato e spedito via come una ex ragazza che hai sognato di conquistare per anni ma che alla fine ti si è concessa solo perché hai una bella casa in centro, Porzingis non ha subito minimamente la pressione di essere diventato (finalmente) il primo violino della squadra, prendendo per mano i Knicks dalla prima palla a due e mettendo in mostra tutto il suo potenziale.

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Leonardo Flori

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