(6-17) Dallas Mavericks 108-82 Los Angeles Clippers (8-13)
Clippers, che bruttezza! Se è vero che recentemente l’American Airlines Center di Dallas, TX, si è rivelata una tana difficile da conquistare, è altrettanto innegabile che i Mavs sono una delle peggiori squadre della Lega. Come del resto, e spiace dirlo perché falcidiati dagli infortuni, sono questi Clippers.
Senza Teodosic, Pat-Bev, Gallinari e Blake Griffin, Doc Rivers è stato costretto a partire con un quintetto che ci riporta indietro nella memoria, scabrosamente, a quelli che sulla maglia avevano scritto Clippers. Austin Rivers, Lou Williams, Wesley Johnson, Montrezl Harrell, DeAndre Jordan (beffardo il destino, eh DAJ?): i californiani non arrivano al 35% dal campo e al 28% dall’arco. Mentre hanno concesso oltre il 45% da 3 ai padroni di casa. Lou Williams ha tirato 4 su 16 dal campo, ma almeno è andato 10 volte in lunetta, garantendo un po’ di ossigeno ai suoi. 4 su 15 per il figlio del coach, 0 su 7 per Sam Dekker, 2 su 8 di Wes Johnson, perfino Jawun Evans ha tirato 2 su 9 dal campo. Distrutti a rimbalzo (38 a 56), i Clippers navigano in una burrasca che va agitandosi una sconfitta dopo l’altra.
Dallas, invece, ha vinto 4 delle ultime 7, quest’ultima per portare a 700 il numero di vittorie in carriera per coach Carlisle (solo 18 allenatori della storia NBA hanno vinto tanto, 2 attivi. Chi? Ovviamente Pop e, ironia parte seconda, Doc Rivers). L’architetto dietro la vittoria del titolo 2011 ha trovato in J.J. Barea un contributo fondamentale dalla panchina: 21 punti fanno del portoricano il miglior marcatore di serata, con 10 assist e un surreale Plus/Minus di +32.
“Stiamo giocando meglio, ognuno è più attivo. La palla si muove di più e dobbiamo continuare a muoverla così”.
Ha detto nel post-partita J.J. Barea. Stesso Plus/Minus anche per il sempreverde (in attacco almeno) Dirk Nowitzki, che segna 16 punti con soli 6 tiri dal campo: un quasi perfetto 5 su 6 da 3. Notevole anche il 10 su 11 ai liberi Devin Harris, per 15 punti totali. Ottimo dalla panchina anche Dwight Powell: 8 punti e altrettanti rimbalzi in 20 minuti. 22 punti totali per Dennis Smith Jr. e Wes Matthews. Harrison Barnes è impreciso al tiro (2 su 10), ma aiuta la causa con 10 rimbalzi. La panchina dei Clippers è stata umiliata: 59 a 28. L’unico membro dei Mavs a non aver toccato campo in questa carneficina? [Pausa scenica] Nerlens Noel.
(16-7) Cleveland Cavaliers 116-111 Memphis Grizzlies (7-15)
C’è una sola squadra in tutta la NBA che sta – forse – peggio dei Los Angeles Clippers: i Memphis Grizzlies. Licenziato coach Fizdale, fuori per infortunio Mike Conley, la squadra non riesce a risollevare la testa e nell’Ohio non va diversamente: le sconfitte consecutive diventano 11. I Cavs, al contrario, arrivavano da 10 vittorie in fila e LeBron ha segnato gli ultimi 13 punti dei suoi (nonché 7 punti negli ultimi 82 secondi di gioco) per mettere in ghiaccio l’undicesima W in stecca.
Fanno 34 punti e 12 assist per il figlio di Akron, il cui minutaggio rimane tuttavia spaventosamente alto (39 minuti anche stanotte). Le 5 palle perse, il Plus/Minus negativo e lo 0 su 3 dall’arco del Re (giocatore del mese ad Est in carica) tornano ad essere fuffa se, quando conta, è lui che sistema le cose. Solida la prestazione di Kevin Love: 20 punti e 11 rimbalzi. Il prodotto di UCLA è stato preciso dall’arco quanto J.R. Smith (4 su 5), autore di 17 punti. Dwyane Wade, stabilmente in uscita dalla panchina da diverse partite a questa parte, ha segnato 16 punti, guidando una second-unit da 40 punti (contro i 23 delle riserve avversarie). Ondivaghi al tiro sia Jae Crowder che José Calderon. Il dato più inaspettato della partita appartiene invece a Kyle Korver: ben 4 stoppate.
Erano 7 partite, invece, che Memphis non riusciva a segnare 100+ punti. J.B. Bickerstaff le sta provando tutte (leggasi un rinato Tyreke Evans in quintetto titolare), ma Memphis proprio non vince. L’ex Kings, per l’appunto, sta vivendo in Tennessee una stagione sorprendente: alla Quicken Loans Arena ha segnato 31 punti con 21 tiri, smazzando anche 12 assist. Marc Gasol, una game-time-decision nel pre-partita, ha finito per giocare 41 minuti, più di tutti. In questo lasso di tempo, ha segnato il suo 10000 punto in carriera: sono 27, 6 rimbalzi e 4 assist per la precisione, ma non basta. Come non sono abbastanza i 16 di JaMychal Green o i 12 dalla panchina di Andrew Harrison. Cosa poteva andare meglio? Ne parla coach Bickerstaff:
“Ciò che abbiamo messo in campo stasera avrebbe battuto il 90% delle squadre della Lega sul loro campo. Sfortunatamente loro hanno uno che è particolarmente, dannatamente, bravo.”