(14-11) Detroit Pistons 98-102 Golden State Warriors (21-6)
Termina 6-0 la lunga serie di trasferta sulla costa Est per i Golden State Warriors (non era mai accaduto nella loro storia, per Elias Sports Bureau. Anzi, i campioni in carica sono i primi a completare tale striscia positiva dai Lakers nel 2009). Consegnare – senza Stephen Curry – a domicilio la quinta L di fila ai Pistons non è stato facile, ma quando Kevin Durant è locked in c’è forse un solo giocatore al mondo più forte di lui, ed era simultaneamente impegnato nell’Indiana.
Un disperato tentativo di rimonta dei Pistons, sotto anche 94-85, ha portato la partita sul 100-98 con 22,7 secondi al termine. Shaun Livingston, colui che ha preso il posto di un infortunato Curry nel quintetto di coach Kerr, ha sbagliato due liberi cruciali, ma Reggie Jackson non ha saputo pareggiare l’incontro in penetrazione (sul tipo di contatto subito dal compagno Drummond non si esprime “per non essere multato”).
Golden State, con ai box anche Zaza Pachulia per un dolore alla spalla sinistra, ha schierato in quintetto JaVale McGee, autore di 2 soli punti. Anche Draymond Green ha segnato così poco (0 su 5 dall’arco), addizionando però 13 assist, 6 rimbalzi, 3 rubate e 6 stoppate. Per la categoria segnare a nastro citofonare Kevin Durant: 36 punti con 23 tiri, 10 rimbalzi, 7 assist e 5 stoppate. Shaun Livingston ha messo a referto 10 punti, mentre fanno 21 per Klay Thompson, che ha tirato un impreciso 2 su 9 dall’arco. Coach Kerr ha pescato a piene mani dalla panchina: ben 12 giocatori hanno visto il campo almeno 4′. Da segnalare l’ottimo apporto di Quinn Cook e di David West, mentre Andre Iguodala ha fornito 29′ sempre preziosi.
A Detroit non bastano i 25 di Avery Bradley, né i 16 con altrettanti tiri di Reggie Jackson. Drummond ha collezionato 17 rimbalzi (5 offensivi), ma dalle sue mani sono usciti solo 8 punti (4 su 10 in lunetta). Dalla panchina si segnala un impatto positivo sia di Tolliver che di Marjanovich, autori di 10 punti a testa. Mani fredde per Tobias Harris (11 punti con 12 tiri) e per Stanley Johnson (2 punti con 5 tiri). Detroit deve velocemente invertire la rotta se vuole tornare tra le prime della classe ad Est.
(11-16) Orlando Magic 89-103 Denver Nuggets (14-11)
Partita di parziali e contro-parziali quella dell’Amway Center di Orlando. Sotto di 11 a fine primo quarto, Denver ha risposto trovandosi a +1 all’intervallo e a +11 entrando nell’ultima frazione di gioco. I Nuggets, che nella loro storia hanno vinto ad Orlando solo 6 volte, ottengono una W fondamentale durante le assenze di Millsap e Jokic.
Partito in quintetto, Will Barton è stato il mattatore di serata: in 43 minuti ha segnato 19 punti, catturato 6 rimbalzi e smazzato 5 assist, rubando pure 4 importanti palloni. Kenneth Faried è autore di una doppia-doppia al tritolo in uscita dalla panchina: 20-10. All’atroce 0 su 8 dal campo di Trey Lyles hanno compensato i 30 punti combinati di Malik Beasley ed Emmanuel Mudiay: i ragazzi di Denver hanno retto la pressione di un momento cruciale per una squadra con ambizioni da Playoffs ad Ovest con le stelle fuori.
Una concussion limita la permanenza in campo di Aaron Gordon e Orlando non regge. Senza la sua stella, non bastano i 21+17 rimbalzi di Vucevic né i 21 con 17 tiri di Jonathon Simmons. In quintetto per l’infortunio alla caviglia di Evan Fournier, Arron Afflalo ha segnato solo 6 punti. Elfrid Payton ha anch’egli tirato male: 11 punti con 10 tiri. Nessuna riserva dei Magic ha segnato 7+ punti. Orlando ha tirato con nemmeno il 40% dal campo e sotto il 24% da tre. L’Orlando bella e vincente di inizio stagione è già un pallido ricordo.