(15-11) Indiana Pacers 106-102 Cleveland Cavaliers (18-8)
33 punti, 6 su 13 dall’arco, 8 rimbalzi, 5 assist.
É un All-Star.
Conferma coach Lue. Victor Oladipo si è preso la scena della Bankers Life Fieldhouse. Per l’ex guardia di Oklahoma City, rimasto umile nel post-partita, questa assume sempre più i contorni della stagione-consacrazione. In ottobre sotto i suoi tiri clutch è caduta San Antonio, poi Chicago. Ora Cleveland, che non perdeva da quasi un mese. Indiana ha vinto la terza di fila, 9 nelle ultime 12, e apparentemente nessuno ricorda più chi sia Paul George.
Oladipo è stato supportato da Thaddeus Young (13 punti e 8 rimbalzi) , Myles Turner (15 punti e 7 rimbalzi) e da un ottimo Cory Joseph in uscita dalla panchina: 12 punti con 8 tiri dal campo. Continua in un’ottima stagione anche l’altro pezzo della trade-PG13 finito in Indiana, Domantas Sabonis: 9 punti e 9 rimbalzi per il figlio del grande Arvydas. Lance Stepheson (7 punti, 7 rimbalzi e 4 assist) ha sentito dolore ad una gamba nel primo tempo, ma, essendo Lance, ha continuato a giocare. Darren Collison ha invece chiuso anzitempo la partita per un acutizzarsi di un problema al ginocchio. Indiana ha costretto Cleveland a tirare col 30,6% dall’arco.
Niente Tristan Thompson, Derrick Rose, Iman Shumpert o Isaiah Thomas per i Cavs, che si sono affidati a – guess who – Mr. LeBron James. Il Prescelto ha giocato 39 minuti e messo insieme cifre al solito spaziali: 29 punti, 10 rimbalzi, 8 assist e 2 stoppate. La serata dei compagni, tuttavia, ha visto lune calanti: Korver ha sbagliato tutte e tre le bombe tentate, Kevin Love ha sì segnato 20 punti ma ha sbagliato 10 conclusioni dal campo, Jae Crowder torna ad avere le mani ghiacciate. Nemmeno due scorer puri come Dwyane Wade e Jeff Green sono riusciti a dare quel quid che serviva, nonostante questo highlight molto 2012. Cleveland perde anche il secondo round contro i Pacers, nonostante il record in trasferta rimanga ottimo: 9-4.
(9-15) Charlotte Hornets 111-119 Chicago Bulls (4-20)
Dieci sconfitte consecutive. Perse 15 delle ultime 16. Nella visita allo Spectrum Center di Charlotte, i Bulls volevano dimostrare qualcosa. Una vittoria in overtime contro una squadra incerottata ma con aspettative da Playoffs è ciò che serviva ai ragazzi di coach Hoiberg, in ogni caso la peggiore squadra della Lega record alla mano.
Grazie ad una furiosa rimonta nel quarto periodo, Chicago l’ha portata al supplementare, dove non è mai stata sotto nel punteggio. Ben 4 titolari hanno segnato 17+ punti: Lauri Markkanen speciale (24 + 12 rimbalzi, 3 su 5 dall’arco), Robin Lopez doppia-doppia da 19 e 10, Dunn 20 punti (passi l’8 su 24 dal campo), 12 assist, 6 rimbalzi, 3 rubate e 1 sola palla persa, 17 e 8 rimbalzi per Justin Holiday. Dalla panchina hanno contribuito per il meglio anche David Nwaba (11 punti con 7 tiri) e Bobby Portis (9 punti con 4 tiri e 4 rimbalzi).
Senza Cody Zeller e Frank Kaminsky, Charlotte ha puntato tutto su Dwight Howard. Il centro ex Los Angeles Lakers ha giocato 43′ ed è stato solo uno dei 4 titolari ad aver superato i 40′ di utilizzo: dopo una tragica serie di infortuni, la coperta di Charlotte si ritrova corta e non c’è nemmeno coach Clifford a tappare buchi. Howard troneggia con 25 punti, 20 rimbalzi e 6 stoppate, ma una panchina particolarmente improduttiva non lo aiuta. Male anche Lamb stanotte. Se tra le riserve si salvano solo i 12 punti di Treveon Graham, i titolari hanno avuto un bel contributo da Marvin Williams (17 punti e 9 rimbalzi) e al solito Kemba Walker, che oltre a realizzare il canestro che ha mandato la diatriba al supplementare ha segnato 20 punti. Troppo poco per i ragazzi del North Carolina.