(10-18) Los Angeles Lakers 114-116 Golden State Warriors (24-6) [OT]
Emozionato ma non sopraffatto dalle lacrime, lucido com’è sempre stato nei finali di partita, Kobe unisce i palmi della mani in segno di sentito ringraziamento. Sono dieci minuti che i tifosi dei Lakers nemmeno guardano più la partita, e sì che in campo ci sono Lonzo e Kevin Durant. Lo Staples Center ha occhi solo per Kobe: MVP! MVP! come se fosse il 2008. Anche Allen Iverson diventa un semplice paparazzo durante la cerimonia. Ci sono davvero tutti: da Bill Russell a Kareem Abdul-Jabbar, c’è pure Jerry West che ora lavorerebbe per i cugini. Sono rimasti fuori dagli spogliatoi pure Kerr e tutta Golden State. Prima di lui parlano Magic Johnson (applauditissimo) e Jeanie Buss (ehm… meno gradita). Alla fine del suo discorso, apice del quale è stato un sentito messaggio alla moglie Vanessa e alle tre figlie, Natalia, Gianna e Bianka, Kobe appoggia il microfono per terra. Nessuno vestirà più la #8 e la #24 gialloviola. Mamba out.
Parlando invece della partita. Avanti di poco all’intervallo, a Golden State, sempre senza l’ancora difensiva Draymond Green, bastava ingranare la quarta per mettere la partita sui giusti binari. E invece la squadra di Kerr giocherella presuntuosa e brucia un +7 con dieci minuti al termine. Quando, con 68 secondi sul cronometro, Durant porta i suoi sul +5, la partita sembra davvero chiusa. E invece una tripla di Kentavious Caldwell-Pope e un layup di Ingram impattano sul 102 pari: oooovertime!
Nel supplementare Kevin Durant segna 12 dei 14 punti di squadra (tra quei questa robetta qui) che annichiliscono i Lakers.
Già, how about Kevin freakin’ Durant? 36 punti con una discreta voglia di marcare il territorio durante l’assenza di Steph Curry per il prodotto di Texas. Non solo: 11 rimbalzi, 8 assist e 3 stoppate (ma pure fotografia da poster), con un ottimo 12 su 13 ai liberi. Gli danno una mano Klay Thompson (17 punti e 10 rimbalzi, ma anche 6 su 24 dal campo) e un solido 4 su 4 di JaVale McGee. Dalla panchina registra una doppia-doppia Omri Casspi (14 e 10) e anche Nick Young va in doppia cifra. Preziosi i 21 minuti a 8 punti e 7 rimbalzi di Kevon Looney.
Non bastano ai Lakers i brillantini della festa di Kobe né i 25 dalla panchina di Kyle Kuzma. Julius Randle, anch’egli dalla panchina, registra una doppia-doppia brillante (15 punti e 11 rimbalzi), ma nessun titolare ha toccato quota 20 punti ed è dura contro Golden State se non segni. In lunetta, in particolare, Los Angeles non è arrivata al 65%. Buona prova per Ingram (19 punti, 6 rimbalzi, 5 assist, 2 stoppate, 2 rubate) e Ball (3 su 6 dall’arco, 16 punti, 6 rimbalzi, 6 assist). KCP, invece, ha tirato un abominevole 4 su 17 dal campo.