E’ apparso visibilmente emozionato Kobe Bean Bryant in uno dei giorni forse più importanti per lui e per la storia dei Los Angeles Lakers.
Sì, perché per tutti coloro (e non solo ovviamente) che nella notte erano presenti allo Staples Center di L.A. l’evento principe non era certo rappresentato dalla sfida contro i Golden State Warriors, bensì dalla cerimonia di ritiro delle maglie numero 8 e 24 del Black Mamba, avvenuta durante l’intervallo della partita.
Tutto è iniziato con la proiezione del cortometraggio (tranquillamente candidabile all’Oscar) dedicato alla famosa lettera che Kobe scrisse prima del suo definitivo ritiro dalla pallacanestro giocata, che ovviamente ha strappato a tutti i presenti lacrime di nostalgia e bellissimi ricordi dei bei tempi ormai andati.
Poi, un boato.
Bryant esce finalmente dal tunnel nord-orientale dell’Arena e si appresta a raggiungere il centro del parquet, salutando i fan e mostrando una versione di se stesso piena di umiltà e riconoscenza verso tutti coloro che in questi vent’anni hanno contribuito a renderlo il mito che è oggi. E, dopo aver ascoltato le lettere piene d’amore lette prima da Magic Johnson e poi da Jeanie Buss (presidente dei Los Angeles Lakers), arriva finalmente il momento tanto atteso.
Toccante, emozionante, indimenticabile. Fate voi. Quel che è certo però è che si tratta della prima volta in assoluto in cui una franchigia NBA ritira due numeri diversi appartenuti allo stesso giocatore. Un altro traguardo, un altro record nella lunga lista di Kobe. Come poteva non essere così d’altronde.
Last, but not least, le parole del Mamba, che ovviamente ha preso il microfono in mano subito dopo l’incoronazione delle sue maglie.
“Per me la cosa più importante non sono le mie maglie appese lassù, bensì quelle che sono state (appese) prima. Senza giocatori come Magic, Shaq, Kareem, Baylor, West (ecc.) non sarei mai diventato quello che sono oggi.”
Queste le prime parole di Kob, che ha subito voluto omaggiare “i grandi” Lakers del passato, sebbene lo stesso Magic Johnson lo abbia definito come “il più grande giallo-viola di tutti i tempi”.
Bryant ha poi ringraziato l’intera organizzazione dei Lakers, sottolineandone la gloriosa storia e il promettente futuro, guardando con positività ai giovani guidati in panchina dall’amico ed ex-compagno di squadra Luke Walton. Ovviamente, non poteva mancare una dedica alla moglie e alle tre figlie, per lui costante fonte di ispirazione e di orgoglio nel suo cammino di vita dentro e fuori la lega.
Infine i ringraziamenti ai tifosi di tutto il mondo per l’affetto dimostrato negli anni e la definitiva uscita di scena, ormai classica, che ogni volta fa scendere qualche lacrima a chi, come noi, con lui c’è cresciuto: “I love you, Mamba out!”