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Vince Carter: “Se i Nets ritirassero la mia casacca sarebbe un sogno che diventa realtà”

Vince Carter non ha annunciato se e quando intenderà appendere le scarpe al chiodo, ma molti dei suoi fan non attendono di certo un comunicato ufficiale per mostrare il loro affetto con la paura di non rivederlo più sul parquet come giocatore.

Ed ecco dunque che una stagione “normale” si trasforma in una sorta di farewell tour non dichiarato. Amato da tanti e ammirato da tutti per i suoi tanti e meravigliosi voli verso il ferro, il quasi quarantunenne ,che oggi veste la casacca dei Sacramento Kings, è stato coperto di affetto ed ammirazione nella sua prima casa in Canada.

Nella notte fra Domenica e Lunedì i Kings giocavano in trasferta a Toronto, prima ed indimenticabile casacca indossata da Carter, dove i tifosi hanno calorosamente salutato il proprio ex all-star con una standing ovation all’uscita dal campo durante quella che potrebbe essere, ma a detta sua non sarà, l’ultima trasferta sul parquet dell’ Air Canada Centre. 

Questa notte invece è stata la volta dei Brooklyn Nets, seconda casacca indossata da Vinsanity per 5 stagioni dal 2004 al 2009, all’epoca New Jersey Nets. 

Carter ha candidamente ammesso che sarebbe un onore per lui se i Nets decidessero di ritirare la sua casacca una volta ritiratosi dalla NBA. 

Quando gli è stato chiesto se gli facesse piacere questa eventualità, Vince ha risposto così:

Ma certo. Quando senti le persone che ne parlano è ovvio che ti fa piacere. Entrare qui dentro, negli anni a venire, e vedere il tuo nome sulle travi di un’arena, un’arena professionistica, è un sogno che diventa realtà per qualsiasi giocatore.

E’ un obiettivo per i ragazzi giovani. Significa che hai avuto una carriera fenomenale per quella squadra. Non gli direi mai di no.

Nel periodo ai Nets, Carter è stato 3 volte All-Star, ha collezionato 23.6 punti di media con il 44.7% dal campo, 5.8 rimbalzi e 4.7 assist. E’ stato di sicuro una pedina fondamentale per quei Nets, permettendogli di arrivare per due volte consecutive alle semifinali della Eastern Conference.

Giocherò per un altro anno di sicuro. Devo farlo. Mi sento bene. Sono certo che penserete all’ultima volta che mi è stato chiesto, probabilmente ho risposto altri due anni. Andrò avanti finché il mio corpo e la mia mente diranno che posso, finché sarò in grado psicologicamente di prepararmi come si deve a giocare, se questo ha senso.

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Pubblicato da
Claudio De Simone

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