Michael Beasley non è il prototipo del giocatore timido. L’ala 28enne in forza ai New York Knicks – ondivaga per usare un eufemismo nel corso della carriera – la scorsa notte ha sparato una prestazione da 32 punti in 29 minuti contro i Boston Celtics numeri uno a Est. I Knicks, oltretutto, si sono portati la partita a casa (102 a 93). Beasley, già on fire in gara, non si è certo trattenuto nel post-game.
NATO CALDO
Questa la dichiarazione clou rilasciata dall’esterno ex-Miami (ed ex pure di un’altra mezza dozzina di squadre):
Da quando ho la mano calda? Da quando sono nato: dal 9 gennaio 1989.
Sulla metà campo offensiva nulla da dire. Beasley, in appena 23 minuti di media in carriera, ha 12.5 punti segnati a partita. Quest’anno segna 11.1 punti di media in poco più di 17 minuti, col 52% dal campo e il 36% da tre. Le sue statistiche, parametrate su 36 minuti d’impiego, reciterebbero: 22.9 punti, 8.7 rimbalzi, 2.1 assist a partita. Roba da All-Star Game.
Il problema, per Beasley, è che non è mai riuscito a dare ai suoi allenatori una motivazione per tenerlo in campo così a lungo. B-Easy è tanto forte in attacco quanto incostante in difesa e, pure nella metà campo offensiva, a volte si prende pause che dimostrano un’applicazione quantomeno altalenante. I nuovi Knicks, senza più l’ingombrante duo Carmelo Anthony–Phil Jackson, stanno giocando a cuor leggero e mietendo vittime illustri. New York è 17-14 in stagione, occupa l’ottava posizione a Est e, incredibilmente, pare aver ricavato una nicchia funzionale a “Manocalda” Beasley. Vedremo quanto durerà.
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