L’arrivo di Carmelo Anthony ad Oklahoma City ha rappresentato per l’ex Knicks e Nuggets un profondo cambiamento nel modo di giocare e nel ruolo nella squadra.
Da quasi esclusivo leader di New York, Melo si è trovato ad OKC ad essere fondamentalmente il terzo violino, la terza opzione dietro l’MVP in carica Russell Westbrook e dietro a Paul George, anche lui appena arrivato ma reduce da stagioni a Indiana in cui si era consacrato.
E un cambio di mentalità così profondo non è per nulla semplice da fare, così come riconosciuto dallo stesso coach dei Thunder Billy Donovan che ha voluto, dopo la vittoria allo scadere dei suoi contro Atlanta, lodare proprio Anthony, autore di una solida partita da 24 punti, di cui 18 maturati da triple sugli scarichi:
Devo dargli credito perchè quello che sta facendo adesso è molto diverso da prima, e lui è sempre stato molto disponibile a cercare di fare quello che poteva per aiutare la squadra. Da coach apprezzo molto un giocatore che, pur essendo nella lega da 14 anni, con 10 All-Star Game e pur essendo uno dei migliori di sempre, cerca sempre in tutti i modi di fare quelle cose che servono per la squadra.
Penso che in questo inizio di stagione abbiamo avuto molte occasioni che però non eravamo ancora in grado di riconoscere, ma adesso tutti sono più attenti a cercare Melo in transizione, o durante una penetrazione, per creargli spazio per il tiro. E lui è tra i migliori nella lega quando tira da dietro l’arco, è davvero un grande tiratore.
Un netto cambiamento rispetto agli anni di New York e agli infiniti isolamenti, ma un sistema che, in una squadra piena di talento come i Thunder, sembra essere davvero quello giusto (come dimostrato dalle 9 vittorie nelle ultime 12 partite) per valorizzare le qualità di tutti e per costruire un gruppo in grado di impensierire tutti gli avversari.