Non è stato troppo diretto ed esplicito Stan Van Gundy nella sua accusa, ma non è stato necessario saper leggere tra le righe per cogliere l’accusa o la protesta verso la NBA per il calendario che è stato riservato ad inizio stagione per i New York Knicks:
“Una persona cinica – quale io non sono – direbbe che la lega sta cercando di aiutarli a trovare la giusta confidenza dando loro molto partite casalinghe e la possibilità di crescere. Questo è quello che direbbe una persona cinica, non quello che direi io. È stato solo un caso se hanno avuto così tante partite in casa ad inizio campionato”
Queste le parole dell’allenatore dei Detroit Pistons che suggerisce un aiuto da parte della NBA a favore della squadra rivale, anche se bisogna specificare di come, anche se distribuite in maniera diversa nell’arco della stagione, ogni squadra NBA è destinata a giocare 41 partite in casa e 41 partite in trasferta. È stata questa infatti la pronta risposta di Jeff Hornacek che ha fatto notare come alla fine della fiera le 82 partite siano equamente divise per tutte e 30 le squadre della lega.
Al 25 dicembre è vero che i New York Knicks sono l’unica squadra della Eastern conference ad aver giocato meno di 14 partite in trasferta con il pessimo record di 2-10 (15-6 invece tra le mure del Garden) e questo può sicuramente averli aiutati ad avere in questo momento un record vincente, ma le partite in trasferta e le difficoltà arriveranno anche per loro (prossima partita proprio in trasferta contro gli ottimi Chicago Bulls di questo periodo) e puntare il dito verso la NBA per aver aiutato la franchigia della Grande Mela sembra una mossa alquanto esagerato. Potrebbe semplicemente trattarsi invece di un po’ di Trash Talking anche tra i due allenatori, messo in moto da Van Gundy che dopo un periodo non troppo felice dei suoi Pistons (4-6 nelle ultime 10) sente il fiato addosso delle inseguitrici, tra cui i New York Knicks, distaccate di solamente un paio di partite e vuole mettere un po di pressione.