E sul parquet come va?
Contro Dallas non si vince facilmente, a dimostrarlo due recenti vittorie consecutive. In entrambe queste vittorie è accaduta una cosa fondamentale: Dallas è riuscita a far giocare gli avversari al proprio, basso ritmo. Nonostante Dennis Smith Jr. sia una dinamite da transizione, infatti, Dallas è 27esima per PACE (96,68 possessi a partita) e per punti in contropiede. I Mavs vanno piano e segnano poco: 23esimi per Offensive Rating, ma soprattutto già 20 partite chiuse sotto i 100 punti su 36 giocate (solo Memphis e Sacramento fanno peggio).
Dallas è l’ultimissima squadra della lega a rimbalzo offensivo, sebbene controlla quasi l’80% dei tiri sputati dal proprio ferro, uno dei migliori dati della NBA. Non provarci nemmeno sotto le plance degli altri comporta una migliore transizione difensiva, piccolo aggiustamento idoneo ad un roster privo di eccellenti difensori del ferro. Eppure i Mavs sono l’ennesimo esempio di come avere un lungo appollaiato sotto-canestro non sia sinonimo di grande difesa: Dallas è #1 per punti concessi in area: solo 39,4 a partita. É al contrario ultima per punti prodotti nel pitturato, ma i motivi sono da ricercare altrove.
Dallas è infatti una delle squadre che fa più affidamento sul tiro pesante: il 37,6% delle loro conclusioni arriva da dietro l’arco. Solo quattro squadre tirano di più da 3. La precisione con cui i Mavs lo fanno si attesta attorno alla media NBA. Che Nowitzki non sia più il meraviglioso 13 volte All-Star è evidente, ma come unico lungo titolare sta vivendo la migliore stagione della – wait for it – carriera al tiro. 91,3% ai liberi (solo nel 2009-2010 fece meglio); erano 4 anni che non flirtava con 50% dal campo; non ha mai tirato così bene dall’arco (42,4% su 4 tentativi – mai in carriera ha tirato più di 4,9 volte a sera). Ad inizio stagione, Carlisle ha provato ad accoppiare Dirk in quintetto con un lungo più difensivo, prima Noel poi Mejri, ma non ha funzionato. Il tedesco, a questo punto della carriera, va nascosto sul peggior attaccante altrui e usato come mortifero tiratore dall’altra parte. Dirk non ha più l’esplosività di un tempo (non a caso i giri in lunetta sono ad un minimo storico), ma quando lo servono in post contro un avversario più piccolo è sempre un discreto vedere.
Cory Joseph spazzato via in due appoggiati.
Nelle due recentissime partite contro Pacers (dalla quale arriva la gif sopra) e Raptors, Dallas ha registrato un Defensive Rating di 35,3 in 8 minuti di due finali punto-a-punto. In partite tirate, Dallas è ora 3-18, per Bobby Karalla. Difensivamente, Dallas è ben migliore delle tank-avversarie, e i numeri sono in crescita sostanziale più si tengono in considerazione partite recenti. Le ultime due (W vs Raptors, W @ Pacers) hanno fatto vedere tante cose interessanti sulle quali è meglio soffermarsi.
- DeRozan scarica in angolo per Lowry. Il prodotto di Villanova espone il pessimo footwork di Dennis Smith Jr. e le pessime tempistiche in aiuto di Dirk.
- Solo il 13,9% dei tiri dei Mavs arriva nei primi 6 secondi dei 24. E di questi, gran parte è merito del rookie che conduce lo show. Quando l’ex Wolfpack la spinge in transizione è un discreto vedere.
- Quando Dirk riesce a portare il blocco ben oltre l’arco, DSJ ha una linea diretta verso il canestro per arrostire il lungo sul cambio.
- Coinvolgere Nowitzki nel pick-and-roll è sadico, è non lasciare il posto sull’autobus alla signora col bastone.
- Maxi Kleber assomiglia sempre più ad un’ottima presa. “4” titolare, Undrafted nel 2014, dopo due anni al Bayern Monaco eccolo correre al ferro in transizione.
- Perché a DJS fa bene avere Carlisle in panchina: deve guadagnarsi minuti e per farlo c’è da passare su due blocchi in fila e stare con Lowry. Che poi segna, ma è una buona difesa.
- Una preferenza generica: non appena è possibile, si passa sotto al pick-and-roll, cercando di rendere angusti gli spazi a centro area. Questo di Yogi rimane un aiuto ad cazzum, ma non va contro i dettami di Carlisle.
- Non c’è comunicazione sul lato debole: Harris e Barea concedono una tripla dall’angolo con spazio a Norman Powell.
- Quintetto nel finale vs Raptors: Barea-DJS-Matthews-Barnes-Mejri. Mette in ghiaccio la faccenda il senior da Northeastern, con quella virata conclusa dall’altra parte del ferro che gli vediamo fare da anni.
C‘è un solo sceriffo in città, e il suo nome è José Juan.
- Contro Indiana (priva di Oladipo), invece. Basta una minima esitazione di Darren Collison che DJS rimane indietro un giro. Notare l’apertura del compasso: piedi prima quasi sovrapposti, poi larghissimi. Così nemmeno un lampo palla-in-mano riesce ad essere veloce orizzontalmente. É un problema reale che si riscontra anche qua: si trova accoppiato col Myles Turner dopo un cambio, deve contestargli un jumper dalla media e ok, ma perde una frazione di secondo perché si ritrova coi piedi uno a Dallas e uno ad Indianapolis.
- Se siete invece dei fan della premiata serie Scardinare Aree Avversarie Con Un Fermaglio, coach Carlisle è il vostro uomo. Punti vitali: sui (bassi) punteggi di Dallas hanno percentualmente pochissima influenza i punti in lunetta e quelli dopo che l’avversario ha perso palla. Il Maverick che tenta più liberi a partita è Harrison Barnes, 4,4: 37° NBA. Più in generale, solo Chicago e Sacramento fermano meno il cronometro di Dallas. Ultimi per punti in transizione, i Mavs sono allenati fin troppo bene: noni in punti per possesso a metà-campo e quinti nelle azioni post-timeout.
- Harrison Barnes esce anche due blocchi in fila prima di metterla per terra e segnare a centro area.
- Altra robetta interessante: l’azione sembra essere un pick-and-roll classico tra Barea e Nowtizki quando il portoricano cambia lato e va da Harris. Bogdanovic e Sabonis si accorgono dell’inganno quando Dwight Powell è appeso al ferro.
- Senza mezzi termini: ogni tanto coach Carlisle disegna figate. DJS porta palla poi un blocco; Matthews la riceve poi blocca; Barnes la riceve dopo aver bloccato; taglio di Matthews, Mejri sponda e due col fallo. Non ci avete capito nulla? Neanche i Pacers.
- In NBA da una vita e ancora ti sorprendono con le mani nel sacco del backdoor: Devin Harris sei meglio di così.
- Il quintetto con cui Dallas ha strappato la vittoria ai Pacers: Ferrell-DJS-Matthews-Barnes-Powell. Combinazione che ha portato a questa clamorosa difesa sul +3 a pochissimi secondi dal termine.
Guardare questa gif e non piangere: davvero dura.
Una luce all’orizzonte (?)
Durante i workout pre-Draft, un valore ha fatto uscire dalle orbite gli occhi degli scout dei Los Angeles Lakers: 122cm di elevazione. Non a caso uno dei passatempi preferiti delle nottate NBA sul League Pass è vedere Dennis Smith Jr. cercare di schiacciare in testa a chiunque. Tipo qua ci ha provato con Myles Turner, che a gran voce gli ha risposto MA ANCHE NO. Ma se tiri col 30% dall’arco a malapena e col 39% scarso dal campo, è normale che i difensori ti aspettano lì.
C’è un motivo, tuttavia, se Sixers, Lakers, Kings e Knicks gli hanno preferito un’altra guardia: dubbi sulle qualità di floor general rimangono, belli grossi. Dennis Smith Jr. sarà mai in grado di gestire un attacco di primissimo livello? Il tiro? In difesa riuscirà a rendersi presentabile? I Mavs del futuro potrebbero non passare esclusivamente da lui. Ora come ora, in attesa di rinforzi e certezze, sono lui.
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L'autore usa sempre il solito piglio, che vorrebbe essere ironico ma non lo è, anzi si trasforma in quasi offensivo. Come si fa a definire Nowitzki un lungagnone che si sarebbe dovuto ritirare qualche mesetto fa? Ha la sua età e di sicuro non è in formissima, ma per quello che ha dato e continua a dare al basket ci penserei 2 volte prima di scrivere certe cose. Ah già ma l'autore è lo stesso che definisce Embiid Dio.
Articolo lungo, completo e per vari aspetti condivisibile, però, vorrei muovere un paio di critiche. Come dice l'utente sopra, sostenere che Dirk Nowitzki doveva ritirarsi mi sembra un a bestemmia grossa. Come il più forte giocatore europeo ad aver vinto da protagonista nella NBA? Eresia! Dirk ha insegnato basket ai neri, ha ancora una mano educata che invidiano in tanti e, in misura modesta, ancora oggi ha 40 anni predica pallacanestro. Certo non è più atletico, se in difesa prima faceva poco, adesso omette del tutto, non ha molti minuti nelle gambe, ma può essere decisivo.
Cuban non è un fessacchiotto o personaggio pittoresco. Molte sue idee prima criticate nell'ambiente NBA, sono state poi riprese o adottate. Tiene alla squadra e il front-office è sempre in movimento.
Certo la squadra oggi è modesta. Un parco lunghi(Dirk a parte) che farebbe fatica a stare in una squadra di mezza classifica eurolega, una panchina corta, 2 play tascabili, e arriva sempre corta nei finali, ma gioca un buon basket, sta in partita con squadre più talentuose, più profonde(San Antonio, OKC, Toronto, ecc.). H.Barnes non sarà un fenomeno, è vero, ma in una squadra da titolo(come 4 violino o dalla panchina) farebbe solo buone cose. Criticare JJ Barea mi pare assurdo ha più coglioni del 90% dei giocatori NBA.
Smith jr.per ora ha fatto vedere solo sprazzi&lampi. Sarà lui per ricostruire? Non lo so, vediamo nei prossimi 2-3 anni. Se poi la Lotteria dovesse regalare qualcosa...
A me Dallas non mi pare così malmessa, se fosse ad Est lotterebbe per l 8/9 posto.
Il futuro mostrerà poi il suo corso.
Forza Dirk!
Ho provato più volte a postare commenti a questo articolo, ma senza successo. Avevo scritto a lungo, ma inutilmente. Qui raccolgo solo alcuni punti:
1- dire che Dirck N.(il più forte- e vincente- giocatore europeo mai apparso nella NBA)doveva ritirarsi è un'eresia enorme.
2- Cuban non è solo personaggio stravagante, ma tiene alla squadra e ha idee.
3- Dallas pur con parco lunghi da media-classifica Eurolega, 2 play tascabili, gioca un basket decente e sta in partita con squadre più talentuose e profonde di lei.