(21-17) Oklahoma City Thunder 133 – 96 Los Angeles Lakers (11-26)
Massacro a Los Angeles. I Thunder si sbarazzano con una facilità disarmante degli arrendevoli Lakers prendendo un distacco che arriva a toccare perfino le 39 lunghezze. Una partita pressoché senza storia, con i Big Three di OKC che possono essere gestiti e impiegati per soli 27 minuti. Tempo che è più che sufficiente a RW (20 punti, 6 rimbalzi e 12 assistenze), PG (24) e Melo (21 punti e 6 rimbalzi) per mettere il proprio marchio indelebile sulla partita. A brillare più forte di tutte, però, è la stellina Ferguson, che si regala una notte da sogno con la promozione in quintetto vista l’assenza di Roberson prendendo fuoco e chiudendo con 24 punti, prodotti grazie ad un eccellente 6/9 dalla lunga distanza (9/12 complessivo).
Davvero poco da salvare, invece, sulla barca di Luke Walton. Il solito Kuzma da 18 punti, non più una sorpresa, e il buon impatto dalla panchina di Clarkson (10), Brewer (10) e del rientrante Brook Lopez (10+5) anche se in pieno garbage time. Una prestazione piuttosto sconcertante anche se, per i Lakers, non esiste un vero e proprio obbiettivo stagionale. La propria prima scelta, infatti, finirà nelle mani dei Celtics o dei 76ers. Nel caso in cui ricadesse tra la 2° e la 5° posizione al prossimo draft finirebbe a Boston mentre, in altre posizioni, sarebbe nelle mani di Philadelphia. I Lakers, con il secondo peggior record della Lega, sembravano aver deciso di puntare alla 1.
(19-18) New Orleans Pelicans 108 – 98 Utah Jazz (16-22)
Le Twin Towers non perdonano e schiacciano anche uno dei rookie più caldi della Lega come Donovan Mitchell. Questa potrebbe essere l’estrema sintesi di una partita che ha visto gli ospiti scavare un solco decisivo con il parziale di 12-1 nel terzo quarto, fondamentale per costruirsi un tesoretto da gestire nel finale. La differenza, oltre ad un dominante Davis da 29 punti e 15 rimbalzi, l’ha fatta il tiro da 3 punti. I Pelicans chiudono i 48 minuti con un 14/30 dalla lunga distanza che sa di sentenza.
A fare da spalle forti su cui poggiarsi, per Davis, ci hanno pensato il solito Cousins (19 punti e 11 rimbalzi) e un frizzante Holiday (24), mentre Rondo si è preso una serata di relax nel distribuire cioccolatini (solamente 3 assistenze). Tra i Jazz, invece, il top scorer è sempre Donovan Mitchell (24) anche se con percentuali rivedibili (6/17 dal campo), supportato da un ottimo Joe Johnson (20) nella second unit. Non è bastato per arrestare il decollo di AD.