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Adam Silver: “Le parole di Trump sono un incentivo per continuare il nostro lavoro”

Le parole del Presidente Trump degli scorsi giorni sui “Paesi di m***a” e sull’immigrazione non hanno lasciato indifferente il mondo della NBA, la lega sportiva che storicamente è stata più impegnata dal punto di vista sociale.

Prima è stato il turno di Masai Ujiri, GM dei Toronto Raptors immigrato negli Stati Uniti per giocare a pallacanestro che ha voluto criticare pesantemente i commenti anti-immigrazione dalla Casa Bianca, e poi, nella giornata di ieri, di Adam Silver che, nel corso della visita al National Civil Rights Museum ha voluto rimarcare, ancora una volta, quello che la NBA vuole essere per la società americana, ossia una lega che unisce a prescindere dal colore della pelle o dal paese di origine.

“Penso che le parole del presidente siano un promemoria ed un grande incentivo per continuare a lavorare sulle questioni che possiamo risolvere insieme come lega.

Lo sport è un’occasione unica per unire le persone e sono un posto in cui c’è un raro senso di uguaglianza. Siamo orgogliosi che nella NBA i giocatori vengano valutati per ciò che fanno vedere in campo, a prescindere dalla loro storia personale, nazionalità o etnia… Per me queste parole sono anche uno stimolo per capire quanto sono importanti i programmi che questa lega sta portando avanti da decenni così come quelli nuovi come NBA Voices che partirà questa settimana.”

Proprio oggi in occasione del Martin Luther King Day, infatti, la NBA ha lanciato “NBA Voices” un nuovo sito internet interattivo che avrà come obiettivo quello di “contrastare le ingiustizie sociali, promuovere l’unità, dare voce a chi non ne ha e unire le diverse comunità“.

Si tratta dell’ultima di una serie di nuove iniziative che l’NBA sta lanciando in questo ultimo periodo che per gli Stati Uniti rappresenta uno dei più difficili, caratterizzato da un riemergere dell’odio razziale e dal sempre crescente malcontento proprio per la Presidenza Trump.

Al termine del suo discorso poi Silver ha anche speso due parole proprio su Ujiri:

“Capisco perfettamente la sua rabbia dato che è un immigrato in questo paese ed in Canada. Penso che per lui, una persona che quotidianamente fa tantissimo per migliorare la vita degli Africani attraverso la sua fondazione personale e attraverso il nostro programma “Basket senza Barriere” le parole di Trump siano scoraggianti. Ma Masai non sarà sicuramente distolto dal suo lavoro a causa di Trump, e allo stesso modo neanche la lega lo sarà.”

 

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Pubblicato da
Jacopo Cigoli

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