(22-20) New Orleans Pelicans 123-118 New York Knicks (19-24) [OT]
Partita p a z z a al Madison Squadre Garden. Mattatore assoluto è Anthony Davis, che le ultime tre volte che è passato all’Arena Più Famosa del Mondo ha sempre segnato 35+ punti. Questi non valevano, ma l’onnipotenza palesata da AD23 è racchiusa qua:
Se il primo quarto termina 13-29 per i padroni di casa, che pure cominciano il quarto periodo sul +14, i Knicks buttano via malauguratamente tutto negli ultimi 12 minuti. Riecheggiano le parole di Porzingis a Washington, che dopo la sconfitta sul parquet degli Wizards si è definito mooolto stanco. Proprio Porzingis ha avuto tra le mani, ad 11 secondi dal termine del supplementare, la palla per pareggiare, ma la sua bomba – dopo un ottimo schema disegnato da coach Hornacek – viene sputata dal ferro. Grazie ad un Anthony Davis mostruoso New Orleans sbanca così il Garden: 48 punti (9 dei quali tra i cinque minuti finali e il supplementare), 17 rimbalzi (6 offensivi), 4 rubate e 3 stoppate per The Brow, uomo in missione.
Passando invece agli umani, per New Orleans benissimo Jrue Holiday (31 punti con 19 conclusioni dal campo, 5 rimbalzi, 4 assist e altrettante rubate), positivo il contributo di E’Twaun Moore (16 punti, 4 su 7 dall’arco) e di Ian Clark dalla panchina. Male Rajon Rondo, che coach Gentry ha lasciato in campo per soli 24 minuti (4 punti con 2 su 7 dal campo). Niente di nuovo sul fronte Boogie Cousins: più tiri che punti, 0 su 5 dall’arco, 16 rimbalzi, 5 assist e altrettante palle perse, 7 rubate.
Per New York, invece, Porzingis scrive 25 con 6 rimbalzi e 5 rubate, Jack 22 con 8 assist, Kanter 18 con 10 carambole ma non basta. Se la panchina dei Knicks ha demolito quella dei Pelicans (9 punti contro 39) gran parte del merito è di Tim Hardaway Jr.: 25 punti con 17 tiri e 5 rimbalzi alla seconda partita dopo l’infortunio. New York ha tirato quasi la metà dei liberi (solo 18, contro i 34 avversari) ed è alla decima sconfitta nelle ultime 12. New Orleans, invece, dopo la firma di Mike James, tenta di inanellare una significativa striscia vincente.
(22-21) Portland Trail Blazers 103-120 Minnesota Timberwolves (29-16)
Nel recente podcast con Zach Lowe, l’analyst dei Twolves Jim Petersen ha parlato di Portland come una delle squadre che si matchano peggio con Minnesota, tessendo inoltre le lodi a coach Stotts, “dal quale spesso rubavo schemi quando allenavo le Lynx”, squadra della WNBA con cui Petersen ha vinto 3 titoli. Minnesota si è infischiata di tutto questo e ha protetto il fattore-campo, portandosi anzi 14-1 contro le squadre della Western Conference, 9-1 contro quelle della Northwestern Division.
Il solco decisivo è scavato dai padroni di casa nel secondo quarto, iniziato sì con un canestro di Zach Collins, ma successivamente dominato dai Twolves attraverso un parziale di 14 a 0. Anche a causa di una serata insolitamente tranquilla di Damian Lillard (21 punti e 8 assist con 14 tiri) e CJ McCollum (18 punti con 14 conclusioni), Portland non è riuscita a ricucire lo strappo. Troppo latente il contributo di tutti gli altri: solo Pat Connaughton si è alzato caldo dalla panchina, segnando 18 punti con 13 tiri. Particolarmente male Ed Davis ed Evan Turner.
Tutto il quintetto di Minnie, invece, in una serata dolcissima per i Vikings della NFL, va in doppia cifra. 24 con 11 tiri dal campo e altrettanti liberi per Jimmy Butler, ai quali ha aggiunto 5 rimbalzi, 4 assist e 2 rubate. 22 e 8 assistenze per Jeff Teague, doppia-doppia da 20 e 11 rimbalzi per Karl-Anthony Towns, 17 con 11 tiri per Andrew Wiggins. Taj Gibson e Jamal Crawford scrivono 22 punti totali per sigillare la quinta vittoria su 5 partite di fila giocate tra le mura amiche. Non succedeva dal 2001, e nella storia dei Twolves è successo solo un’altra volta.