Dopo la partita (persa 118-108) contro i rivali di lunga data Golden State Warriors, i Cleveland Cavaliers sono all’ottava scofitta nelle ultime 10 partite. E i problemi iniziano a essere pesanti.
All’inizio di questa settimana, LeBron James aveva spiegato di “amare il potenziale” della sua squadra.
Pare che, invece, alcuni altri giocatori abbiano lasciato dichiarazioni in maniera anonima ai reporters di ESPN, Cleveland.com e The Athletics, confidando la loro frustrazione e i loro dubbi riguardo a un possibile “risveglio” della squadra con il superamento dei problemi fisici.
Per i corridoi della Quicken Loans Arena da giorni si parla delle possibili mosse di mercato che potrebbero aiutare Cleveland a trovare stabilità. La trade deadline è ormai imminente (8 febbraio) e, se i Cavs vogliono concretizzare qualcosa, si saprà presto. In molti dicono che potrebbe far parte di un possibile scambio la loro scelta al primo turno del Draft 2018, mentre sembra che vogliano tenere la scelta dei Brooklyn Nets (ottenuta con la trade di Kyrie Irving) per una possibile ricostruzione nel caso in cui LeBron James decida di andarsene a luglio.
I Cavs sono comunque terzi a Est (con il record di 26-17), dietro a Boston (34-10) e Toronto (29-13). Allo stesso tempo, però, si trovano ad essere 29esimi in quanto a efficienza difensiva, concedendo 109,3 punti per 100 possessi.
Mentre aspettano il ritorno di Derrick Rose e Iman Shumpert, i Cavaliers devono trovare un modo di uscire da questa crisi. Alle numerose domande riguardo a possibili cambiamenti nel roster, coach Tyronn Lue ha risposto:
“Non voglio anticipare nulla.”
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