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Nervi tesi nel post-partita tra Clippers e Rockets

Una cosa è certa, visti anche i trascorsi della prima gara: Houston Rockets e Los Angeles Clippers non si amano. Nella notte, quella che doveva essere la partita del ritorno in California di Chris Paul (video-tributo proiettato sul maxischermo a fine primo quarto) si è trasformata in una partita carica di nervosismo e con diversi contatti non proprio di gioco.

Tra le file dei Los Angeles Clippers i più sopra le righe sono stati sicuramente Blake Griffin e Austin Rivers: il prodotto dell’Università dell’Oklahoma ha giocato per tutto il tempo una partita molto fisica, ed è stato accusato dai Rockets di aver deliberatamente colpito coach Mike D’Antoni durante una corsa in contropiede sulla linea laterale e di aver scaraventato la palla sulla schiena di Eric Gordon nel tentativo di mantenerla in gioco con una violenza non necessaria.

Il figlio del coach invece, nonostante fosse in borghese e non sia sceso in campo, ha intrattenuto ampi brani di trash talking con i giocatori avversari, in particolare con Trevor Ariza, che a 3 minuti dal termine dopo aver risposto all’ennesima provocazione è stato espulso insieme a Blake Griffin.

Le tensioni non si sono placate a fine partita, anzi. Infatti Chris Paul, ma sopratutto James Harden, Trevor Ariza e Gerald Green hanno tentato in tutti i modi di entrare nello spogliatoio dei Clippers per ricevere delle spiegazioni sulla condotta tenuta dai loro avversari, in particolare da Austin Rivers.

In un primo momento i quattro degli Houston Rockets si sono presentati davanti all’ingresso dello spogliatoio, ma una volta capito che non avrebbero avuto la possibilità di entrare, hanno tentato di passare da un ingresso secondario che collega i due spogliatoi delle squadre, salvo essere fermati anzitempo dalla sicurezza e dalla LAPD, chiamata visto il surriscaldarsi dell’atmosfera in zona locker rooms.

Una volta entrati i media nei due spogliatoi, i giocatori non hanno voluto parlare in merito all’accaduto, soprattutto gli aggressori. I due allenatori, invece, si sono soffermati maggiormente sulla vicenda: Mike D’Antoni ha confermato il colpo ricevuto dall’ex Oklahoma Sooners, mentre più dure sono state le parole di Doc Rivers a riguardo, soprattutto nel giorno in cui gli Stati Uniti rendevano tributo a Martin Luther King.

Successivamente sono emersi anche alcuni retroscena “divertenti” della vicenda, come quello che ha visto protagonista nel ruolo di diversivo Clint Capela: il giocatore svizzero infatti, mentre i suoi compagni cercavano di entrare dal retro, si era presentato all’ingresso principale dello spogliatoio dei Los Angeles Clippers per tenere occupata la sicurezza.

Visti questi retroscena, ma anche la situazione paradossale in generale con un azione dei giocatori dei Rockets in stile raid SWAT, non si sono fatte attendere le reazioni satiriche sia sul web, in particolare su Twitter, ma anche su canali più autoritari come NBAonTNT dove la reazione Shaq e Charles Barkley all’accaduto è già diventata virale.

Tornando al campo, le due squadre si ritroveranno contro in altre due occasioni, l’1 e il 16 marzo e, viste le dichiarazioni dei giocatori degli Houston Rockets che giurano vendetta, gli animi saranno tutt’altro che sereni. Inoltre in questo momento le due squadre sono rispettivamente al secondo e settimo posto nella Western Conference, con la possibilità quindi di incontrarsi ai playoff regalandoci una sfida che promette davvero di fare scintille.

 

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Pubblicato da
Francesco Grisanti

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