L’affaire tra Los Angeles Clippers e Houston Rockets è uno dei grandi casi di questa stagione NBA. Come noto, durante e dopo la partita di lunedì notte, i giocatori di entrambe le squadre si sono resi protagonisti di una serie di confronti – verbali e non – potenzialmente esplosivi. Tra i duellanti, pure Austin Rivers e Trevor Ariza. L’ala piccola dei Rockets, nel finale della gara, ha rivolto parole infuocate al play dei Clippers (in borghese per infortunio). Poi ci sarebbe stato anche un tentativo di confronto negli spogliatoi. I due, secondo Rivers, si sarebbero chiariti telefonicamente.
TENSIONE
Queste le dichiarazioni in merito rilasciate dal giocatore dei Clippers a ESPN:
“Io e Trevor siamo a posto. Mi ha telefonato, ha voluto chiarire la situazione. Ha fatto il fratello maggiore e si è fatto sentire lui. L’ho apprezzato molto. Tra di noi è stato tutto un misunderstanding. Lui era certo che io lo avessi insultato dopo che si è confrontato con Blake Griffin, a fine partita. In realtà non avevo detto nulla di offensivo. Ma la gara era molto tesa, infiammata; tutti eravamo sull’attenti: pronti a scattare per nulla.”
Poi, sulle regole non scritte della NBA:
Funziona così: se tu dici qualcosa al miglior giocatore della mia squadra – Blake Griffin – e poi mi rivolgi la parola in termini non proprio pacifici, io rispondo. Com’è ovvio. Lui avrebbe fatto lo stesso con me se io fossi andato a cercare rogne con James Harden.
Sarebbe stato Montrezl Harrell – ex-Rocket ora ai Clippers – a fare da mediatore tra Rivers e Ariza e portare alla telefonata chiarificatrice (lunga 35 minuti).
Ariza, già espulso dopo il confronto in campo con Rivers, è stato sospeso per due partite (come Gerald Green). Attendiamo una sua replica su quanto accaduto; una versione non concordante con quella del play dei Clippers renderebbe l’aria ancora più elettrica.
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