Quello delle scommesse nel mondo dello sport è un business che, ogni anno, fa girare miliardi di dollari e che, almeno negli Stati Uniti, è del tutto scollegato, almeno in via ufficiale, rispetto alle quattro leghe professionistiche più importanti (oltre alla NBA: NFL, NHL e MLB).
Tutto questo oggi potrebbe cambiare. In queste ore, infatti, la NBA, rappresentata dall’avvocato Dan Spillane, è intervenuta di fronte alla Commissione del Senato dello Stato di New York presentando un piano per legalizzare le scommesse sugli incontri.
Per la prima volta nella storia si è verificata quindi un’apertura da parte della NBA che ha fissato però un prezzo decisamente alto per questa collaborazione con i bookmakers, ossia l’1% di ogni scommessa piazzata, un numero che di per sé potrebbe sembrare irrilevante ma che, considerato alla luce del numero di scommettitori, permetterebbe alla lega di guadagnare svariati milioni di dollari.
La proposta, inoltre, prevede anche per i tifosi la possibilità di piazzare scommesse anche da telefono, cosa che fino ad oggi è illegale negli USA, che permettono di giocare solo all’interno di casinò e circuiti.
“Abbiamo studiato tutti gli eventuali problemi a lungo – spiega Spillane – La nostra conclusione è che è giunta l’ora di avere un approccio diverso che consenta ai tifosi sportivi di avere un modo legale e sicuro di piazzare scommesse mentre si protegge l’integrità delle competizioni.”
La questione scommesse è già al tavolo della Corte Suprema che sta analizzando in questi mesi un caso del New Jersey relativo proprio alle scommesse in luoghi diversi dai casinò e, in caso di decisione favorevole, si potrebbe aprire la strada per i singoli Stati di legiferare in relazione alle scommesse, ad esempio, via mobile o internet (ad oggi concesse solo in Nevada).
Giusto per avere qualche numero basti pensare che lo scorso anno il Nevada, lo Stato del gioco d’azzardo per eccellenza, ha avuto un giro d’affari relativo alle scommesse di oltre $4.5 miliardi, quindi non è difficile immaginare quale potrebbe essere a livello economico il vantaggio per la NBA nel caso in cui venissero effettivamente legalizzate in altri Stati le giocate e se, soprattutto, l’1% andasse, di diritto, nelle casse della lega.
Fino ad oggi NBA, NFL, NHL, MLB ed NCAA hanno speso milioni di dollari in cause legali per combattere il gioco d’azzardo ma questo cambio di posizione da parte del Commissioner Adam Silver potrebbe convincere anche le altre leghe sportive ad accodarsi e a creare un ambiente più favorevole per i tifosi.
“Stati come New York ed altri hanno reagito e hanno iniziato a discutere nuovi disegni di legge per permettere le scommesse legali – continua Spillane – Noi, in quanto NBA, non possiamo stare a guardare mentre tutto questo succede.”
Il progetto della NBA è quello, a prescindere da quale sarà la decisione della Corte Suprema relativamente al sopra citato caso del New Jersey, di fare in ogni caso pressione sul Congresso per far approvare una legge nazionale di legalizzazione delle scommesse.
Ad oggi non è quantificabile il denaro che viene scommesso illegalmente ogni anno sugli eventi sportivi, ma le stime degli esperti parlano di centinaia di miliardi di dollari.
Per quello che riguarda le altre leghe professionistiche, ad oggi la NFL non sembra intenzionata ad entrare nel merito della questione, mentre la MLB ha già manifestato di approvare l’idea dell’1% per ogni scommessa direttamente alla lega stessa. I soldi guadagnati sarebbero utilizzati per creare un accurato sistema di controllo in tempo reale per rilevare ogni tipo di attività insolita o di insider trading, specialmente in relazione a scommesse particolari, come ad esempio quella su chi farà il primo fallo di una partita, che sono a tutti gli effetti facilmente manipolabili.
Nel progetto della NBA sono inoltre presenti anche regole molto restrittive che vietano in ogni caso il gioco ai minori e che prevedono inoltre l’adozione di un sistema di valutazione per concedere le licenze ai bookmakers.
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