(28-23) New Orleans Pelicans 114 – 100 Oklahoma City Thunder (30-23)
Dopo il filotto di 8 vittorie consecutive, adesso c’è da registrare la terza sconfitte nelle ultime 3 partite per gli Oklahoma City Thunder, che sembrano non riuscire a dare un minimo di continuità al proprio rendimento stagionale (complice anche l’infortunio di Andre Roberson).
E pensare che l’inizio era stato tutto per i padroni di casa, capaci di rifilare ben 10 punti di svantaggio ai Pelicans nel primo quarto e isolare al meglio Anthony Davis, centro dell’attacco di NOLA dopo l’infortunio di Cousins. Nel secondo quarto, però, la squadra di Alvin Gentry da segni di ripresa e ricuce lo svantaggio, prima di portarsi addirittura avanti nel terzo quarto spinta proprio da una serata particolare di Anthony Davis.
Dopo questa tripla, la partita ha ben poco da dire e il risultato si ferma sul 114-110; Davis, con i suoi 43 punti (e 10 rimbalzi), sorpassa David West e diventa il miglior marcatore della storia dei Pelicans, caricandosi la squadra sulle spalle assieme ad E’Twaun Moore (26). Per i Thunder, inutile la tripla doppia da 16+10+14 di Westbrook e i 23 punti con 10 rimbalzi di Steven Adams.
(23-28) Utah Jazz 129 – 97 Phoenix Suns (18-35)
Utah arriva in Arizona e passa sopra a Phoenix come un carro armato, non lasciando scampo ai padroni di casa. Dopo un primo quarto più o meno equilibrato, chiuso sul 28-23 per gli ospiti, i Jazz si accendono nel secondo parziale e rifilano ai Suns 17 punti totali di svantaggio, mettendo in chiaro le proprie pretese sulla partita. Il mattatore della serata è il sempre più continuo Donovan Mitchell, unico antagonista di Ben Simmons nella lotta per il ROY e ormai totalmente padrone del campo:
I Suns provano a reagire nel terzo quarto, ma Utah risponde colpo su colpo e il risultato non è più in discussione fino alla sirena, quando si ferma sul 129-97. Mithcell è il migliore, e fa registrare ben 40 punti (non la prima volta quest’anno, ma comunque l’unico rookie a riuscirci dai tempi di Blake Griffin) con 14/19 dal campo e 7/9 da 3 (!!!) e aggiunge anche 5 rimbalzi e 6 assist oltre alle doppie cifre di Rudy Gobert, Ricky Rubio, Derrick Favors, Joe Ingles e Joe Johnson. Per i Suns si salvano Josh Jackson (20) e Devin Booker (18).
(41-11) Golden State Warriors 119 – 104 Sacramento Kings (16-35)
I campioni NBA in carica fanno visita ai Sacramento Kings a ranghi completi, e la partita, come pronosticabile, procede tranquillamente dall’inizio alla fine.
Non si tratta però di una carneficina da parte degli Warriors, come sarebbe stato lecito aspettarsi, che concludono il primo quarto in vantaggio solamente di due punti e devono creare il distacco mano mano durante i 48 minuti, senza mai riuscire a dare i decisivi strappi che contraddistinguono l’attacco di Steve Kerr. Il vantaggio però si allarga al termine di ogni parziale, fino a raggiungere le dimensioni finali di 15 punti, con il risultato mai in discussione che si ferma sul 119-104. Il migliore della partita è Kevin Durant, che fa registrare 33 punti, 4 rimbalzi e 6 assist, seguito dai 23+5+6 di Steph Curry e i 20 di Klay Thompson, mentre i Kings mandano ben 6 giocatori in doppia cifra ma non riescono mai ad impensierire gli avversari durante la partita.