(18 – 34) Chicago Bulls 103 – 113 Los Angeles Clippers (26 – 25)
I risultati NBA vedono i Los Angeles Clippers imporsi sui Chicago Bulls grazie alle prestazioni di Danilo Gallinari e del nuovo arrivato Tobias Harris (24 punti per entrambi).
Sono infatti i Clippers a condurre per l’intera partita, chiudendo il primo quarto sul punteggio di 22 – 17 e il secondo sul 57 – 52. Nonostante ciò infatti, riescono a prendere il largo solo negli ultimi minuti della quarta frazione di gioco, dove riescono a mantenere la doppia cifra di vantaggio.
Decisiva per la vittoria di L.A. la maggiore precisione dal campo (45,5% contro il 36% dei Bulls) e da dietro l’arco (36% contro 32,4%) e i maggiori punti sulle ripartenze (33 per i Clippers, 19 per i Bulls). Per Gallinari e compagni è stato significativo anche il maggior apporto offensivo dalla panchina, grazie ai 21 punti di Lou Williams e ai 14 di Harrell; serata storta in attacco per DeAndre Jordan con solo 3 punti, ma piuttosto presente in difesa con i suoi 16 rimbalzi. Per dei Bulls privi di Lauri Markkanen arriva così la sesta sconfitta consecutiva, nonostante l’ottima prova da 21 punti e 9 rimbalzi (ma con un 6/18 dal campo) di Zach LaVine.
(29 – 24) Miami Heat 107 – 111 Detroit Pistons (25 – 26)
Molto combattuta invece la partita andata in scena alla Little Caesars Arena di Detroit, con continui cambi di vantaggio da una parte e dall’altra. Il primo quarto si chiude con il punteggio di 27 – 26 in favore di Miami, che prova la fuga in apertura del secondo quarto. I Pistons concedono loro solamente un +7 prima di tornare in partita, ottenendo il vantaggio a metà del periodo e mantenendolo fino alla sirena dell’intervallo, quando il tabellino segna il punteggio di 54 – 50 in favore della squadra allenata da coach Van Gundy. Miami non ci sta e torna di nuovo avanti nel corso del terzo quarto, e da lì fino a 2 minuti e mezzo dalla sirena finale il risultato resterà in bilico. Dragic sigla la giocata da quattro punti che porta i suoi sotto di 3 a meno di un minuto dalla fine, ma è la tripla di Ish Smith a 14 secondi a condannare gli Heat alla sconfitta, portando la sua squadra avanti di sei punti: Richardson fallisce la tripla del -3 a 8 secondi dalla conclusione e gli Heat si devono arrendere definitivamente.
Molto simili le percentuali di tiro, con i Pistons che tirano leggermente meglio dal campo (52,4% per loro, mentre il 48,4% per gli Heat) ma leggermente peggio da dietro l’arco (38,9% per Miami e 34,6% per Detroit). La squadra di casa surclassa invece gli avversari a rimbalzo, catturandone 49 rispetto ai 33 di Dragic e compagni. Dunque inutili i 33 punti proprio dello sloveno e i 19 di Olynyk e Richarson; dall’altra parte hanno invece ben figurato Andre Drummond con 23 punti e 20 rimbalzi ed Ish Smith, autore di 25 punti. Bene anche il nuovo arrivato Blake Griffin, che segna una tripla fondamentale e trova l’assist per la tripla decisiva di Smith, oltre a catturare 9 rimbalzi e segnare 16 punti, nonostante il 6/19 dal campo.
(25 – 25) Philadelphia Sixers 92 – 100 Indiana Pacers (30 – 24)
Simile anche lo scontro che ha visto opporsi i Sixers e i Pacers, prima che Philadelphia cominciasse a perdere colpi nell’ultimo quarto.
Procediamo però con ordine, partendo dal primo quarto, chiuso in vantaggio dai padroni di casa sul punteggio di 33 – 27. Indiana prova allora subito a scappare con un parziale di 7 – 0 dopo 1:30 dall’inizio della seconda frazione di gioco, arrivando sul massimo vantaggio di 40 – 27. Joel Embiid, autore di 24 punti e 10 rimbalzi nel suo primo back-to-back della stagione, e Dario Saric, che chiuderà con 16 punti, riescono subito a prendere le dovute contromisure, mettendo la testa avanti in un paio di occasioni prima dell’intervallo, arrivato comunque sul punteggio di 62 – 57 per i Pacers, grazie ai canestri di Oladipo e di Bogdanovic, che termineranno la serata con 19 punti a testa.
La partita continua sulla stessa falsariga nel corso del terzo periodo, con il copione che cambia solamente in apertura dell’ultimo quarto: Indiana fa registrare un mini-parziale di 7 – 2 che da il là all’allungo definitivo per i Pacers. Determinante ai fini del risultato finale il maggior numero di palle rubate dalla franchigia di Indianapolis, arrivate a quota 15 contro le 8 dei Sixers, e di stoppate (8 per Oladipo e compagni, mentre solamente 2 per Phila); invece non eccezionali per entrambe le compagini le percentuali realizzative (44,3% dal campo e 33,3% da tre punti per i Pacers, 37,9% e 31,3% per Philadelphia). Da segnalare inoltre la prestazione di Lance Stephenson, con 14 punti e 9 rimbalzi in 23 minuti uscendo dalla panchina, e la negativa serata al tiro di JJ Redick, con un brutto 1/8 dal campo, concludendo con 6 soli punti.