Ogni anno i roster dei due All-Star Team generano un numero elevatissimo di polemiche: considerata la quantità di talento presente nell’NBA è normalissimo che ci siano dei giocatori destinati a non prendere parte alla partita delle stelle. Nel sistema in uso attualmente il voto dei fans determina i quintetti di partenza: ciò tende a premiare più la popolarità che non i numeri dei giocatori. Basti pensare al caso di Zaza Pachulia che l’anno scorso, grazie a questo sistema e ai voti dei suoi connazionali, fu quasi convocato al posto di giocatori del calibro di DeMarcus Cousins o Anthony Davis.
Le riserve vengono invece scelte dai coach; anche se in questo caso la popolarità di un giocatore non è un fattore così rilevante, vengono comunque effettuate scelte dubbie che fanno discutere analisti e tifosi.
È destino che ogni anno almeno un paio di giocatori meritevoli vengano snobbati dall’All-Star Game. Oggi vi parleremo proprio di alcuni di questi sfortunati: permetteteci di presentarvi i più clamorosi All-Star snubs dal 2000 ad oggi.
Antawn Jamison, 2001
Il reparto lunghi della Western Conference dell’All-Star Game del 2001 fu uno dei più talentuosi di sempre: il coach Rick Adelman ebbe a disposizione Shaq (che non partecipò a causa di un infortunio), Tim Duncan, Rasheed Wallace, Chris Webber, Kevin Garnett, David Robinson, Karl Malone e Vlade Divac (che fu il sostituto di Shaq). Con dei nomi così non c’è da stupirsi della mancata convocazione di alcuni giocatori, per esempio Dirk Nowitzki. Ma non fu German Jesus lo snub più grande, bensì l’allora ala dei Warriors Antwan Jamison. Jamison, al suo terzo anno in NBA, stava facendo registrare 25 punti e 9 rimbalzi a partita. Il record della sua squadra (i Warriors finirono la stagione 17-65) fu probabilmente un fattore decisivo per la sua mancata convocazione, ma ancora oggi si dice che avrebbe dovuto essere lui, e non Vlade Divac, il prescelto per sostituire Shaq nella partita delle stelle.
Nella stagione 2000-2001 Jamison segnava cinquantelli dando di spalla a Kobe:
Jalen Rose, 2003
Prima di Derrick c’era un altro Rose a Chicago: Jalen. A Chi-Town Jalen Rose ha giocato forse il miglior basket della sua carriera, ma purtroppo per l’ora analista di ESPN le sue performance non sono mai state ricompensate come si deve. Ciò è particolarmente vero per la stagione 2002-2003: Rose segnava 22 punti ad allacciata di scarpe, conditi da 5 assist e 4 rimbalzi. Numeri da vera star, una star che però non giocò l’All-Star Game; non solo questo, all’epoca fonti vicine alla lega dissero che Rose non fu nemmeno preso in considerazione per una selezione alla partita delle stelle. Ironia della sorte, lo slot che il pubblico riteneva essere di diritto del Bull venne preso dal più grande Bull di tutti i tempi: quel Michael Jordan che nel 2003 giocò il suo ultimo All-Star Game. E certo, come non concedere a una leggenda vivente quest’ultimo onore? La stessa situazione si è ripetuta nel 2016 con Kobe Bryant in fondo… Resta però l’amaro in bocca a Rose, visto che quell’anno persino Brad Miller riuscì a guadagnarsi l’ambita convocazione.