La settimana di pausa in occasione dell’All-Star Game è un toccasana per tutti e aiuta a staccare momentaneamente la spina da un calendario fitto di appuntamenti.
Jimmy Butler, selezionato per la quarta volta in carriera per l’evento della domenica, era così a corto di energie che ha preferito chiamarsi fuori dai giochi, limitandosi ad assistere all’incontro da spettatore privilegiato.
Il suo mancato impiego ha destato qualche perplessità tra gli addetti ai lavori, ma il giocatore dei Timberwolves aveva ad ogni modo garantito a Mike D’Antoni, allenatore di Team Stephen, la propria disponibilità a giocare qualche minuto Lo scrive Ramona Shelburne di ESPN sul proprio profilo Twitter.
Il nativo di Houston ha spiegato così la scelta:
“Semplice riposo. Avevo bisogno di far riposare il fisico. So che questa stagione con i Timberwolves è davvero molto importante per me e devo assicurami di essere in forma al mio ritorno.”
Mike D’Antoni ha acconsentito:
“Era stanco. […] Non si è allenato ieri e non ha giocato oggi. Va rispettato.”
Non va dimenticato che sotto la gestione di coach Tom Thibodeau Butler è leader in NBA per minuti di media a partita (37,3) e sia Andrew Wiggins che Karl-Anthony Towns, suoi compagni a Minnesota, figurano al vertice per totale di minuti giocati.
Una richiesta che appare dunque per certi versi legittima, ma alquanto singolare, soprattutto considerando chi, tra gli esclusi, scalpitava da tempo per cogliere al volo l’opportunità al posto suo su un palcoscenico così importante. È il caso di Lou Williams, che ha postato un tweet ironico, ma non troppo.
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Allora non doveva neanche essere convocato. Non è giusto perché ha rubato il posto ad altri. L'ASG fa curriculum però puoi decidere di non giocare perché sei "stanco", vai a lavorare per davvero Jimmy...