In occasione dell’All-Star Weekend NBA, molto spesso, arrivano importanti novità su più fronti, anche su questioni extra-cestistiche.
Stando a quanto dichiarato da Michele Roberts, direttrice dell’associazione in rappresentanza dei giocatori (NBPA), è in fase di sviluppo un programma specifico a tutela della salute mentale degli atleti. Di seguito quanto dichiarato a Paul Flannery di SBNation:
“Uno dei punti su cui abbiamo negoziato nella recente formulazione del contratto collettivo è stato il fatto che la lega, assieme all‘ unione giocatori, investisse risorse per portare avanti un programma di salute mentale. È in fase embrionale e abbiamo assunto una persona. Stiamo cercando un direttore. Speravo ce la potessimo fare entro l’All-Star Weekend ed evidentemente non ci siamo riusciti, ma vogliamo essere sicuri di avere a disposizione uno staff che garantisca il successo che ci auguriamo. Ci stiamo lavorando, ma è un peccato che non gli sia stato dato risalto tempo fa.”
Il programma, pur finanziato sia da NBA che da NBPA, nasce come strettamente indipendente:
“Non vogliamo che i giocatori siano intimoriti dal chiedere aiuto quando nel bisogno perché spaventati dall’impatto che ciò potrebbe avere sulla squadra, sul gioco o sul loro prossimo contratto.
La lega e l’Associazione giocatori hanno deciso che per il buon esito del progetto era necessario che esso operasse a sé. Nessuno avrebbe accesso ad alcuna informazione. Tutto nella massima riservatezza, nei limiti del possibile. Vedremo, deve funzionare e devo convincermi del fatto che siamo sulla buona strada.”
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