Donovan Mitchell sembra benedetto dagli dei del basket. Il rookie ventunenne degli Utah Jazz – fresco vincitore dello Slam Dunk Contest all’All-Star Game – viaggia a cifre da top del ruolo. La shooting guard ha 19.6 punti, 3.5 rimbalzi, 3.5 assist e 1.5 rubate di media in 32 minuti a partita, col 44% dal campo e il 35% da tre. L’unzione gli è arrivata, a quanto pare, anche dal Signore della lega: LeBron James in persona. Mitchell, nel 2010, ha partecipato – tra il pubblico – allo storico evento della Decision lebroniana.
Lo ha confermato la stessa matricola Jazz (intervista a Yahoo Sports):
“La Decision si è tenuta a Greenwich, nel Connecticut; io andavo a scuola proprio lì. Avevo 13 anni. Ero un grande fan di LeBron e ho convinto mia madre a farmi partecipare alla trasmissione televisiva. Speravo che James si trasferisse ai Miami Heat e che vincesse il suo primo anello. È andata così.”
Non tutti i presenti erano della “parrocchia” di Mitchell:
“C’erano tanti fan dei Knicks. Si sono arrabbiati parecchio quando le cose non sono andate come speravano. Sono quasi stato colpito in testa da una bottiglietta lanciata da uno di questi tifosi infuriati. Ho continuato a pensare ai fatti miei e a festeggiare: ero troppo felice per la scelta di LeBron.”
Che, durante questo precocissimo contatto – Mitchell aveva, appunto, solo 13 anni – le stimmate della superstar abbiano toccato pure l’attuale stella in fieri dei Jazz? Derive mistiche o meno, quel che è certo è che la guardia di Utah da LeBron ha preso la fame per la vittoria e l’agonismo sfrenato. Trainati da prestazioni incredibili del rookie (già due volte sopra i 40 punti in stagione), i Jazz sono a quota 11 vittorie consecutive e puntano alla zona playoff della Western Conference. Che, tra qualche anno, ci sia una Decision 2.0 con Mitchell protagonista e un altro giovanissimo con i crismi della superstar NBA tra il pubblico?
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