Secondo Chris Bosh, c’è un aspetto negativo per i giocatori che si aprono sui loro problemi personali con la salute mentale: nel pieno della competizione, queste rivelazioni potrebbero essere utilizzate a vantaggio dell’avversario.
In una sua apparizione al The Bill Simmons Podcast, il 2 volte Campione NBA ha affrontato le recenti discussioni sui problemi di salute mentale di alcuni giocatori , come le lotte di DeMar DeRozan con la depressione e gli attacchi d’ansia di Kevin Love. Sebbene abbia sottolineato gli aspetti positivi nel parlare apertamente di questi problemi, l’attuale free agent ha espresso alcune riserve riguardo all’aprirsi troppo.
“Ho sentimenti contrastanti a riguardo. Comprendo entrambe le facce di questa medaglia. Capisco che questa è l’era dell’informazione. E penso anche che sia fantastico che i giocatori abbiano realizzato che il basket è più di un gioco.”
Sebbene Bosh riconosce il crescente potere dei giocatori nel coinvolgere persone ed esserne esempio, pensa anche che questa troppa apertura possa avere un effetto boomerang sul parquet.
“Sono cresciuto in una NBA ‘old-school’ fatta di competizione e di protezione di sé stessi. Ho letto la lettera di Kevin (Love) e l’ho trovata grandiosa ma come avversario, cercherei il modo di sfruttare la sua debolezza. È fantastico e c’è bisogno che i giocatori parlino dei loro problemi perché danno consapevolezza e forza alle persone, ma allo stesso tempo metti in conto che c’è un avversario pronto a prendersi un vantaggio. Permetti alle persone di conoscerti ed è fantastico, ma lo permetti anche ai tuoi avversari. In molti siamo amici, ma c’è sempre un trofeo in palio”.
Bosh ha preso come esempio le Finali del 2011 tra i suoi Miami Heat e i Dallas Mavericks. L’11 volte All-Star ricorda come i Mavs seppero sfruttare le paure degli Heat, raddoppiando il trash talking e le intimidazioni, arrivando a ribaltare la serie che li vedeva sotto 2-1.
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