(36-29) Philadelphia 76ers 120 – 97 Brooklyn Nets (21-46)
Vittoria importante in ottica playoff per i Sixers, che archiviano la pratica Nets senza troppi problemi.
Partita mai realmente in discussione: nel primo quarto Phillie ne segna 37 e scava subito 12 punti di vantaggio sulla squadra di coach Atkinson che, da parte sua, nel secondo quarto prova timidamente a ricucire e chiude con soli 10 punti di disavanzo.
A inizio ripresa i Nets tornano fino a -6 in un paio di occasioni ma i Sixers non si scompono e riallungano fino al +13 di fine quarto grazie anche ad un TJ McConnell sempre più importante: per lui a fine serata ci saranno 10 punti, 4 rimbalzi e sei assist.
Stavolta è la fuga buona per la giovane banda di coach Brett Brown che dilaga nell’ultima frazione e può concedere ampio riposo ai suoi giocatori più utilizzati. Ben Simmons vive una serata tranquilla in cui perde una sola palla e fa registrare un normale 11+6+6, Joel Embiid ne aggiunge 21 con 8 rimbalzi, ma è il collettivo dei Sixers a dare spettacolo. Tutti in doppia cifra gli starters di Phillie: 19 per Convington, 18 per Saric, 12 per Redick. Dalla panchina, oltre al già citato McConnell, 13 per Marco Belinelli e 11+13 per Ilyasova. In casa Nets prova incendiaria per D’Angelo Russell che ne mette 26 con 4 rimbalzi e altrettanti assist: oltre a lui poco altro, con i soli Hollis-Jefferson, Dinwiddie e LeVert capaci a mala pena di scavallare la doppia cifra.
Con ben 8 giocatori in doppia cifra, Philadelphia continua a sognare il fattore campo nei playoff, mentre i Nets non vedono l’ora di andare in vacanza.
(38-28) Cleveland Cavaliers 113 – 127 Los Angeles Lakers (30-36)
Chiudiamo il quadro della notte con la sfida tra i Cleveland Cavaliers di LeBron James e quello che, secondo alcuni, potrebbe diventare il suo prossimo team.
Come ormai noto da inizio stagione, i Cavs proprio non riescono a venire a capo degli enormi problemi che li affliggono e, ogni sera, cercano il modo di complicarsi la vita in una maniera differente: il modo scelto stavolta consiste nel concedere 65 punti in un tempo ai non irresistibili Lakers di quest’anno pur perdendo due soli palloni. LeBron, allora, è costretto a reagire a modo suo: 16 punti, 6 rimbalzi e 4 assist per il re nei soli primi due quarti. A far da contraltare al miglior giocatore del mondo, però, ci pensa la difesa di coach Lue che consente a Randle, Caldwell-Pope e Lopez di andare in doppia cifra e combinare per 42 minuti nei primi 48′ di gioco. Vista la pessima vena difensiva e il 5 su 15 dall’arco, però, il -5 dell’intervallo è comunque un ottimo affare per i Cavs.
Il ritorno dagli spogliatoi non è meno traumatico per i Cavs che quasi toccano la doppia cifra di disavanzo sul 63-72, prima di piazzare un parziale di firmato da George Hill e Jeff Green ristabilendo l’equilibrio a metà terzo quarto. È tutta un’illusione però: Lakers non si lasciano impressionare e infilano un controparziale di 12-1 in cui è il rookie-meraviglia Kyle Kuzma a prendersi il proscenio: a fine serata per lui ci saranno 14 punti e 10 rimbalzi. Incredibilmente, ma neanche troppo, i Cavs si lasciano travolgere e chiudono la terza frazione sotto addirittura di 16. Nessuna reale reazione nell’ultima frazione, con i Lakers che scavalcano anche i 20 punti di vantaggio e mandano in porto la trentesima W stagionale: Los Angeles archivia un insperato successo, che può essere utile a costruire una cultura vincente e attrarre free-agents vista l’impossibilità di arrivare ad una scelta qualitativa.
Contro la sua ex squadra Isaiah Thomas gioca una delle migliori partite della sua sfortunata stagione: per il neo numero 3 gialloviola dal dente avvelenato a referto 20, 5 rimbalzi e 9 assist. Per i Lakers l’MVP è Julius Randle: 36 punti, 14 rimbalzi, 7 assist, 1 recupero e 2 stoppate. Insieme a lui brillano anche KCP (20) e Lopez (22+8). Inutile la simil tripla doppia del Re, che chiude con 24,10 e 7, ma non gioca negli ultimi, non competitivi, minuti. Uniche luci nel deserto per i Cavs sono un Ante Zizic da 15+7 in soli 19′ e un Larry Nance Jr. da 16+8.
I Cavs mettono a serio rischio il loro status di contender, mentre la squadra di coach Walton continua ad essere una mina vagante: nessuna chance di playoff e nessuna scelta in lottery per loro all’orizzonte.
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Se serviva una prova del fatto che la trade che ha portato Thomas ai Lakers e Crowder ai Jazz, fosse semplicemente un tentativo di ricostruire in fretta a partire dall'anno prossimo e non la grande mossa che avrebbe aiutato i Cavs a competere per il titolo, beh, eccola qua..
Ormai se James non fa 35pts 10red 10asst i Cavs perdono anche contro squadre tagliate fuori dai play off ed ora rischiano il sorpasso dei Pacers!
E' incredibile poi quanto poco abbiano usato Zizic quest'anno, nonostante abbia sempre registrato medie superiori a 0.5 pts e 0.25 rimbalzi al minuto e con tutto il bisogno che hanno sempre avuto di un centro!
Comunque, mai dar per spacciato Lebron...