Il 14 dicembre 2014, con un tiro libero realizzato nel corso del 2°quarto della sfida contro i Minnesota T’Wolves, Kobe Bryant superò Michael Jordan e salì sul podio ogni epoca per punti segnati. Un traguardo prestigioso che non fece altro che alimentare discussioni e confronti più o meno disparati tra le due epoche.
A quasi due anni dal commovente addio alla pallacanestro del #24 Lakers, valsogli un Oscar, il dibattito “meglio x o y?” torna ad animarsi. Phil Jackson, minimo comune denominatore nelle carriere vincenti e leggendarie di Jordan prima e Kobe poi (due Three-peat con i Bulls e uno con i Lakers per il ‘Maestro Zen’ n.d.r.), ha detto la sua. Di seguito quanto dichiarato da Jackson alla conferenza annuale della Domo, compagnia di riferimento in ambito tecnologico, con base nello Utah.
“Michael [Jordan] aveva qualcosa di allenabile che a Kobe [Bryant] mancava. Kobe, tuttavia, aveva un fuoco vivo dentro, un fuoco che non si poteva reprimere.”
Un commento anche sulle tensioni tra Shaquille O’Neal e lo stesso Kobe durante i suoi anni ai Lakers:
“[…] Kobe pensava che Shaq non nutrisse abbastanza interesse nei confronti del gioco.”
Jackson, che vanta ben 11 anelli di Campione NBA da allenatore, ha svelato la ricetta del suo successo in panchina in poche, semplici parole:
“Ho portato le persone a fare cose fuori dall’ordinario.”
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