Mike D’Antoni sta vivendo una delle sue migliori stagioni della carriera per quanto concerne il ruolo di allenatore. Il coach degli Houston Rockets è riuscito a rendere la squadra a sua immagine e somiglianza dal punto di vista cestistico, anche grazie all’uniformità di pensiero con la dirigenza texana.
Se terminasse oggi la regular season, i Rockets sarebbero la miglior compagine della Lega record alla mano, con 57 vittorie e 14 sconfitte. Risultati figli di un gioco corale e basato sul tiro da tre punti, come ogni buon sistema dantoniano prevede. Un’orchestra che suona sul parquet fatta da diversi bravi musicisti salvo due solisti che sono liberi di uscire dallo spartito.
Uno è Chris Paul e l’altro è il favorito assoluto per vincere il premio di MVP, ovvero James Harden. L’ultima super prestazione del Barba ha contribuito a porre fine alla striscia di W consecutive dei caldissimi Portland Trail Blazers, fermati a quota 13 dai 42 punti e 7 assist del numero 13 di Houston.
Un’altra prova di una consapevolezza tecnica imbarazzante, l’ennesima di un’annata finora da incorniciare. Una dimostrazione di convinzione nei propri mezzi e di talmente tanta padronanza con le varie armi presenti nel suo arsenale, da portare D’Antoni a un elogio che farà discutere.
Ecco le dichiarazioni dell’ex coach dei Phoenix Suns rilasciate a Sam Amick dello USA Today.
“Harden è il più forte attaccante che io abbia mai visto. Gli avversari lo raddoppiavano, difendevano su di lui alla morte: lui invece era tranquillo e gli bastava fare uno step-back per segnare da tre. Come corre il campo, come vede i compagni, come passa la palla, come penetra alternando layups e floaters a schiacciate o alzate per i lunghi: ha una varietà straordinaria nel suo gioco. Con queste triple in arretramento poi, è davvero immarcabile: è impossibile fermarlo, a tratti è mortifero.“
Il buon vecchio Mike ne ha visto di pallacanestro nella sua vita sportiva e arrivare a sbilanciarsi in questa maniera su Harden lo rende soggetto a diversi critiche e obiezioni a riguardo. Di certo in questa stagione il prodotto di Arizona State sta dipingendo basket, viaggiando a 31.2 punti di media a partita oltre a essere il migliore nella Lega nel tiro da tre punti e dalla lunetta.
Un’affermazione forte quella di D’Antoni che in ogni caso vuole consolidare lo status attuale del suo leader tecnico, giunto a una maturità tale da etichettare Houston come avversario numero uno sulla strada dei Golden State Warriors, alla caccia del terzo anello nel giro di quattro anni.
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