I Golden State Warriors si trovano ad affrontare questo finale di stagione regolare in una versione fortemente rimaneggiata a causa di piccoli acciacchi d’ogni sorta.
L’assenza di 4/5 del quintetto titolare metterebbe in crisi qualunque squadra, ma il biglietto staccato da tempo per i Playoff garantisce una certa tranquillità a Steve Kerr e al suo staff, che possono permettersi di testare la condizione di elementi meno impiegati nel corso della stagione.
Quinn Cook, chiamato a rimpiazzare l’insostituibile Curry, ha dato prova delle proprie qualità sfruttando al meglio la finestra a sua disposizione. Partito in quintetto soltanto 8 volte in tutta la stagione, il prodotto di Duke è salito di colpi: 35′ di media nelle ultime 5 partite giocate e 18 punti e 3 assist a incontro.
Il career high (28 punti) risale alla partita giocata a Phoenix nell’ultimo fine settimana ed è frutto della grande fiducia che tutto l’ambiente gli ha dimostrato:
“[Curry mi scrisse all’intervallo] ‘Non mi interessa se chiudi con 0-25. Quando prenderai quel 26esimo tiro non dovrai esitare‘. Sentire quelle parole da un ragazzo come lui e da tutti all’interno della squadra ha fatto sì che prendessi sicurezza.”
L’effetto Curry quella sera fu dirompente. Cook, entrato in trance agonistica, combinò per 16 punti senza errori da campo nel solo terzo quarto, all’interno del parziale da 29-7 dei Campioni in carica.
Con il rientro del due volte MVP alle porte, arriva ora la parte più difficile per Cook. Gli Warriors puntano infatti a reintegrare il #30 per la partita in programma ad Atlanta nella notte tra venerdì e sabato. La conferma arriva da coach Kerr:
“Credo che lui sia più vicino al rientro rispetto a KD e Klay [Thompson], a sensazione. Rimarremo cauti con tutti loro.”
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