I Detroit Pistons sono in rottura, dopo un inizio di stagione eccellente. 14 vittorie e 6 sconfitte nelle prime 20 partite; 18-34 da lì in poi. Lo ha ammesso anche coach Stan Van Gundy. L’allenatore è preoccupato per il pessimo rendimento dei suoi, ma risoluto nel non additare il neo-arrivato Blake Griffin come responsabile del tracollo.
ENIGMA GRIFFIN
Queste le parole di Van Gundy in merito:
“Blake è un giocatore eccellente. I nostri problemi non dipendono da lui. Sta dando il massimo e sta giocando benissimo. Vedrete che, quando avremo un po’ di fortuna in più con gli infortuni e quando riusciremo a mettere qualche altro giocatore di livello accanto a Blake, questa squadra farà davvero bene.”
Parlando di infortuni, Van Gundy si riferisce in particolare a quello di Reggie Jackson. La point guard titolare dei Pistons è rientrata in campo martedì dopo 3 mesi di stop (causati da un problema alla caviglia). Detroit, in contumacia Jackson, ha faticato tantissimo a trovare una buona circolazione di palla. Lo stesso Griffin è stato “costretto” – da point forward – a riscrivere il proprio massimo carriera per assist. Queste le statistiche dell’ex Clippers da quando gioca ai Pistons: 20.5 punti, 6.8 rimbalzi, 6.2 assist di media.
L’ala grande ex Los Angeles, come noto, è arrivata a metà stagione in cambio di Tobias Harris, Avery Bradley, Boban Marjanovic, una prima e una seconda scelta. Dalla vittoria dell’1 di febbraio contro i Memphis Grizzlies – esordio di Griffin con la maglia di Detroit – i Pistons sono 8-15. I Clippers, nello stesso lasso di tempo, sono 13-8.
Per entrambe le squadre le possibilità di centrare i Playoff 2018 si assottigliano. I Pistons sono quasi fuori. Noni a Est con 32-40 di record complessivo e 5 partite e mezzo di distacco dai Bucks ottavi. I Clippers sono decimi a Ovest con un record di 38 vinte e 33 perse, a 2 partite e mezzo dai Jazz ottavi.
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