Curiosità

Se la stagione NBA 2017-18 fosse una raccolta di album musicali

Los Angeles Clippers (41-34)

Album: Nothing was the same – Drake (2013)

Nothing was the same, niente era più come prima: è quello che deve aver pensato la dirigenza dei Clippers dopo aver scambiato Blake Griffin alla trade deadline di febbraio. Se ci si è liberati di Chris Paul, tanto valeva scambiare anche l’altra stella della squadra. In effetti il ciclo Griffin-Paul non ha sortito gli effetti sperati, non andando mai oltre il primo turno di Playoff; così, la franchigia ha deciso di aprirne uno che a dire il vero ci sembra ancora poco chiaro. Eppure, nonostante i numerosi cambiamenti e i pesanti infortuni (su tutti quelli di Patrick Beverley e di Danilo Gallinari) i Clippers sono comunque in gara per l’ultimo posto disponibile ai Playoff.

 

Washington Wizards (41-34)

Album: Royal Blood – Royal Blood (2014)

I Royal Blood sono un duo, ma sembrano fare casino per quattro. Con il loro album di debutto omonimo hanno dato una scossa alla scena alternative rock internazionale, confermandosi nel 2017 con il loro secondo full length, che ha permesso loro di suonare in una lunga serie di concerti intorno al mondo. Insomma, un duo energico e carismatico, proprio come quello formato da John Wall e Bradley Beal dei Washington Wizards: entrambi sono oramai due All-Star affermati e quando giocano insieme (anche se nelle ultime settimane John Wall si è dovuto fermare, ma il suo rientro pare ormai vicino) riescono a trascinarsi dietro l’intera squadra.

 

Utah Jazz (42-33)

Album:  Happy Mistake – Raphael Gualazzi (2013)

 

Il paragone per la franchigia dello Utah non poteva che essere un artista jazz. Raphael Gualazzi ha trascorso la prima parte della sua carriera musicale sornione, nella scena underground italiana, per poi fare la sua fugace apparizione nella musica mainstream con la sua unica partecipazione al Festival di Sanremo nel 2014 (dopo aver vinto Sanremo giovani nel 2011), dove si è classificato al secondo posto insieme a The Bloody Beetroots. Allo stesso modo, per tutta la prima parte della stagione regolare gli Utah Jazz sono rimasti nell’ombra, fra nono e decimo posto nella Western Conference, per poi sbucare dal nulla con una striscia vincente a febbraio che potrebbe valer loro la partecipazione ai Playoff.

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Pubblicato da
Andrea Capiluppi

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