Come riporta Adrian Wojnarowski di ESPN, David Griffin, ex general manager di Cleveland, ha spiegato che nel 2014 i Cavs avrebbero aspettato ad assumere un nuovo head coach se avessero saputo che LeBron James voleva tornare.
Griffin, infatti, ha dichiarato che, se gli esecutivi dei Cavaliers avessero saputo che il ritorno di The King sarebbe stato imminente, molto probabilmente non avrebbero scelto David Blatt come nuovo allenatore.
“Oh, 100%. Di sicuro. Non credevamo minimamente che LeBron sarebbe tornato a quel punto.”
Blatt e James, infatti, durante l’anno e mezzo di carica dell’allenatore, hanno avuto continui scontri e si sono trovati spesso in disaccordo riguardo a molti argomenti. Nonostante le Finals raggiunte dai due nel 2015, l’anno successivo l’influenza di LeBron sulla franchigia ha (in parte) portato al licenziamento dell’attuale coach del Darussafaka.
Il reporter di The New York Times Marc Stein, che durante le Finals del 2015 lavorava per ESPN, in quel periodo aveva spiegato:
“(James) praticamente chiamava i timeout e faceva le sostituzioni, […] gridava esplicitamente contro Blatt quando questo prendeva decisioni che a lui non piacevano.
C’era James, in un’occasione a cui ho assistito da dietro la panchina, che scuoteva la testa in segno di protesta dopo una giocata che Blatt aveva disegnato durante il terzo quarto di gara 5, con “il più assordante rimprovero non verbale” che voi possiate immaginare. Cosa che ha forzato Blatt, di fronte a tutta la squadra, a cancellare (ciò che aveva disegnato) nella lavagnetta e a pensare a qualcos’altro.“
Nel giugno del 2016, con i Cavs sul punto di vincere il primo titolo, Blatt ha raccontato ad alcuni giornalisti israeliani del Yedioth Ahronot quanto sia diverso lavorare con le star NBA rispetto a quelle europee.
“Questa è la realtà dell’NBA. E in quella particolare squadra, non ci sono dubbi che il punto centrale sia LeBron. È la base, il fondamento del club. Non ci sono dubbi che LeBron fosse più importante di me in quel sistema.“
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