(58-24) Golden State Warriors 79-119 Utah Jazz (48-33)
Ennesima figuraccia dei campioni NBA in carica, che ne prendono 40 in casa dei Jazz conquistandosi così di diritto un record di cui (non) andare molto fieri.
C’è ancora del lavoro da fare in quel di Oakland per Steve Kerr e coaching staff, specie dopo l’amara sconfitta della notte rimediata in quel di Utah. Gli Warriors infatti non avevano mai perso di 40+ punti con l’avvento dell’era Kerr; oggi invece si sono assicurati persino la medaglia d’argento sul podio delle peggiori sconfitte all-time subite da parte di una squadra campione in carica, secondi solo ai Miami Heat del 2006-2007.
Attacco stagnante e per lo più inefficace (34% dal campo e 26% dall’arco le medie al tiro di squadra), difesa ben lontana dai livelli abituali e decima sconfitta nelle ultime 17 partite giocate. Non proprio il biglietto da visita ideale per l’inizio dei Playoff ecco, seppur restino i favoriti alla vittoria del primo turno e, una volta recuperato Curry, probabilmente anche a quella del titolo.
Al contrario, gli Utah Jazz di coach Snyder stanno continuando a rivelarsi come una delle più belle sorprese di questo 2018. Guidati in campo dal solito Donovan Mitchell (22 punti e 4 triple a segno in questa partita), i Jazz fanno però del gioco di squadra la loro arma migliore; i sei giocatori in doppia cifra al termine della partita contro i Warriors ne sono infatti la prova, oltre ad essere dimostrazione del fatto che non sempre occorrono delle star in squadra per ottenere risultati. Non sono un caso infatti le 48 partite vinte e il terzo posto della Western Conference (alla pari con Portland), tutto parte di un curriculum che candida i Jazz ad essere una delle mine vaganti più pericolose del selvaggio West!
(65-16) Houston Rockets 105-99 Los Angeles Lakers (34-47)
I Rockets tornano alla vittoria nella loro penultima gara di regular season, battendo in trasferta dei Lakers sempre duri a morire.
Tutto piuttosto facile comunque per Houston, che nonostante la rimonta subita negli ultimi minuti di partita vince la 65esima gara stagionale grazie al solito contributo di James Harden (21 punti, 4 rimbalzi e 10 assist) e qualche magia di Chris Paul (22 punti e 6 assist).
Serata comunque non del tutto positiva per i Rockets, che durante la partita si vedono costretti a fare a meno di Mbah a Mute a causa di un dislocamento alla spalla destra dell’ex Clippers. Da valutare ora le condizioni fisiche del numero 12, che era ormai diventato membro di assoluta importanza (soprattutto difensiva) nelle rotazioni di coach D’Antoni.
A casa Lakers invece sono già pronti ad accogliere la prossima offseason, con la speranza di attrarre qualche pezzo da novanta (LeBron? George?) e riportare così la franchigia agli albori iniziali. Nonostante tutto però, i ragazzi di coach Walton hanno giocato una partita più che degna contro i probabili finalisti NBA, merito soprattutto di un certo Andre Ingram.
Rookie? Nah.
32enne, milita in G-League ormai da dieci anni e finalmente è riuscito nell’intento di giocare la sua prima partita NBA. 19 punti, 6-8 dal campo e 4-5 da tre punti il sorprendente bottino di Ingram, tanto che a fine partita tutti, compresi molti giocatori dei Rockets, hanno voluto fare i complimenti a questo veterano del basket, dicendosi ispirati e fieri di lui.
“10 anni spesi in G-League e riuscire a giocare così bene alla prima in NBA credo sia qualcosa di davvero speciale,”
ha detto Chris Paul ad Andre nel post partita. Eh già, le belle storie del basket!