Doc Rivers è uno dei quattordici allenatori di squadre NBA da oggi in vacanza anzitempo, causa mancato accesso alla post-season. L’ex coach dei Boston Celtics è alla prima stagione senza Playoffs a partire dall’annata 2006-2007 e per la prima volta da quando è a Los Angeles non porta i Clippers tra le migliori otto della Western Conference.
Un risultato che fa riflettere, non tanto la dirigenza o gli addetti ai lavori, quanto lo stesso Rivers in prima persona che nell’ultima conferenza stampa post-partita della regular season ha lasciato parecchie ombre sul suo futuro. Ecco le parole del coach dei LAC dopo la sconfitta 115-100 nel derby coi Lakers allo Staples Center.
“Io adoro quello che faccio, amo il mio lavoro, ma questo non vuol dire che debba farlo ogni anno. Non so se mi spiego, in questo momento non riesco a rispondere nello specifico a domande sul futuro. A dir la verità, non so nemmeno cosa farò domani. In ogni caso sono felice del punto in cui si trova al momento la franchigia, un anno fa non penso avrei previsto di raggiungere questo livello.”
Dichiarazioni che paiono un campanello d’allarme abbastanza evidente, frasi di un uomo svuotato di energie nervose dopo una stagione lunga e logorante ma forse ancor di più svuotato di obiettivi nel suo percorso ai Clippers. Rivers entrerà nell’ultimo anno di contratto e la situazione della squadra è quella di trovarsi in una terra di mezzo, per quanto concerne il roster.
L’annata è stata travagliata sin dall’inizio, con l’infortunio nelle prime battute di Patrick Beverley e ancor prima con la partenza direzione Houston del totem Chris Paul. Oltre allo stop dell’ex guardia dell’Olympiacos tra le altre, hanno pesato i continui problemi fisici sugli altri due alfieri su cui avrebbe dovuto fondarsi il nucleo della squadra, ovvero Milos Teodosic e Danilo Gallinari.
Il playmaker serbo e l’ala italiana non hanno saputo garantire l’apporto atteso alla causa per diverse ragioni, su tutte la discontinuità di rendimento offerta, condizionata non poco dall’altalenante forma fisica. Se in più contiamo la trade che ha portato Blake Griffin in Michigan e l’eterno dilemma riguardo a scambiare o meno DeAndre Jordan, le attenuanti non mancano al coach nell’analizzare un’annata chiusa comunque con record positivo.
42 vinte e 40 perse, questo il bottino finale dei Clippers che si sono arresi soltanto nello scontro diretto perso sabato scorso contro i Denver Nuggets al sogno Playoffs. Non abbastanza per un vincente nel DNA come Rivers, che ora dovrà compiere riflessioni importanti nei prossimi giorni riguardo la sua avventura angelena.
Leggi anche:
Rivers: “Mai stato così orgoglioso di una squadra che non arriva ai Playoff”
Per Doc Rivers l’assenza di Gallinari si sta facendo sentire
Rivers adirato per l’arbitraggio di Clippers-Rockets