Il finale di questa regular season verrà ricordato come uno dei più pazzi di sempre. Tra rimonte sfiorate, qualificazioni storiche e incertezze solo all’ultima giornata si sono definitive le posizioni finali. Portland e New Orleans erano già certe di partecipare ai Playoff, ma solo nel corso dell’ultima notte hanno saputo di doversi affrontare nel primo turno.
I Portand Trail Blazers, dalla pausa per l’All-Star Weekend in poi, sono stati una delle migliori squadre della lega, mettendo insieme una striscia da più di 10 vittorie consecutive e compiendo una scalata memorabile, da in the middle of the pack fino al terzo posto della Western Conference. Nonostante le sconfitte contro le derelitte Dallas Mavericks e Memphis Grizzlies, due squadre interessate alla vittoria quanto Glen Davis alla propria immagine pubblica, sono riusciti ad assicurarsi il terzo seed grazie alla vittoria contro gli Utah Jazz per 102-93, accoppiandosi con la squadra probabilmente considerata più abbordabile tra le otto, i New Orleans Pelicans, che hanno accesso alla post-season. Quei Pelicans che sulla carta avrebbero dovuto vedere la propria stagione conclusa il 26 gennaio, quando DeMarcus Cousins si è rotto il tendine d’Achille salutando tutti fino all’anno prossimo, ma che sulle enormi spalle di Anthony Davis e Jrue Holiday hanno a loro volta cavalcato una strepitosa streak a marzo, e grazie alla vittoria per 122-98 contro gli Spurs nell’ultima partita di regular season hanno evitato di incontrare Kevin Durant e Klay Thompson al primo turno dei Playoff.
Ma sopratutto, senza girarci ulteriormente intorno, oltre a una sfida tra due squadre ‘snobbate’ dall’opinione pubblica NBA, questa serie ci offre uno dei duelli più elettrizzanti che il panorama della lega possa offrire: DAMIAN LILLARD VS ANTHONY DAVIS.
I precedenti stagionali
La serie stagionale tra Pelicans e Blazers si è conclusa con due vittorie per parte, che vanno però distinte l’una dall’altra perché arrivate in momenti ben differenti della regular season. Il primo scontro è avvenuto il 25 ottobre, appena una settimana dopo il tip-off, e ad avere la meglio al Moda Center di Portland furono i padroni di casa, grazie a cinque giocatori andati in doppia cifra (con McCollum top scorer a 23) da far contro ai 39 punti di DeMarcus Cousins. I Pelicans avevano subito l’infortunio di Davis, rimasto in campo per soli 5 minuti. Nella seconda partita Davis era sempre assente ma New Orleans riuscì ad imporsi, sempre in trasferta, grazie ancora ad un Cousins sontuoso da 38 punti.
Nel terzo incontro ancora vittoria Pelicans, nel miglior momento della convivenza tra Davis e Cousins (che combinarono per 60 punti e 28 rimbalzi, più 25 punti da Jrue Holiday), ma è l’ultimo incontro ad essere probabilmente quello più significativo per fornirci un antipasto della serie. NOLA ha visto da poco interrompersi la striscia di 10 vittorie durante la quale Anthony Davis ha verosimilmente posseduto la lega, ha vinto 3 delle ultime 5 partite giocate e ospita i Blazers che hanno 16 vittorie consecutive alle spalle. Il risultato è una sfida eccitante, con le due squadre che lottano punto a punto per quasi tutta la partita e i conti che vengono risolti, negli ultimi secondi, dal solito Damian Lillard on fire con 41 punti a referto.
Chavi tattiche
Pelicans e Blazers, per certi versi, hanno avuto stagioni simili, entrambe iniziate in sordina e con il dubbio che i rispettivi cicli potessero essere alla fine, ma poi, con l’avvento dell’anno nuovo, galvanizzate da strisce che le hanno lanciate in classifica. Ma come si accoppiano le due squadre in vista della serie?
I Pelicans, sopratutto nel periodo migliore di Davis e Cousins, hanno dato prova di essere una devastante macchina offensiva nella serata giusta, scollinando più volte i 120 punti. Anche dopo l’infortunio di Boogie, NOLA è stata in grado di rimanere una squadra solida offensivamente, e ha concluso la stagione al nono posto per Offensive Rating con 107.7 punti segnati, dato interessante se paragonato all’ottavo posto dei Blazers nel Difensive Rating, con 104.2 (per NBA.com). Ai Pelicans piace attaccare, Portland se la cava meglio in difesa, e già questa può essere una prima chiave di lettura interessante.
Dopo un primo periodo di ambientamento la coppia Rondo-Holiday ha cominciato a carburare, e i dettami offensivi di Alvin Gentry, che ha chiaramente fatto tesoro dell’esperienze da assistente di Kerr a Golden State, hanno reso Anthony Davis e compagni una delle squadre che passa la palla di più – e meglio – in tutta la lega (quarti con 62.7 in assist percentage e terzi con 19.2 in assist ratio, per NBA.com). Ai Pelicans piace correre, elemento decisamente poco caratteristico se si pensa all’ossatura originale della squadra (due All-Star entrambi sopra i due e dieci, per quanto mobili) e agli aggiustamenti post-Boogie, che hanno visto l’arrivo di un altro lungo – per quanto mobile, anche lui – come Nikola Mirotic. NOLA ha un PACE di 102.73, prima nella lega, e nonostante questo è riuscita a rimanere fuori dalla top-10 per percentuale di palle perse (nella quale le uniche squadre da Playoffs sono Sixers, Warriors e Jazz).
Portland invece ha letteralmente preso fuoco dopo l’All Star Weekend, con Damian Lillard ha vestito i panni del supereroe fino a rientrare in diverse discussioni sul premio di MVP (e, se il mondo è giusto, lo vedremo nel secondo quintetto All-NBA di questa stagione). Come detto si trova meglio nella metà campo difensiva, potendo contare in attacco su un back-court da top-3 nella lega come quello formato da Damian Lillard e CJ McCollum. I Blazers fanno però propria arma anche dei rimbalzi, avendo a disposizione ali lunghe e mobili come Al-Farouq Aminu ed Evan Turner e un centro come Jusuf Nurkic; se per quanto riguarda la percentuali di rimbalzi offensivi la squadra di Terry Stotts rientra nella top-10, quando si passa alle percentuali su rimbalzi difensivi e rimbalzi totali ci si catapulta in top-5, il che rende Nurkic e compagni una minaccia costanti sui second-chance points (punti segnati dopo un errore al tiro) tanto in attacco quanto in difesa, togliendone agli avversari.
Una sliding door importante passerà dalla sfida diretta tra Damian Lillard e Jrue Holiday su entrambe le metà campo. Lillard, è bene ripeterlo ancora una volta, ha vissuto la miglior stagione della sua carriera fino a questo momento, in alcune partite ha sfoderato momenti di onnipotenza cestistica non riscontrabili altrove e difficilmente può essere contenuto da un pari ruolo:
I Lakers potrebbero saperne qualcosa.
Nel più classico dei ruoli di second banana in una squadra che conta uno dei migliori cinque giocatori della lega, però, anche Jrue Holiday, seppur inosservato, ha disputato la miglior stagione della carriera, o comunque la migliore da quella 2012-13 ai Sixers che culminò nella convocazione all’All-Star Game; come scritto da Kevin O’Connor di The Ringer, “se non avessimo assistito a stagioni monstre dei vari Harden, Irving, DeRozan etc, sicuramente si sarebbe parlato di più di Holiday, anche in sede di ASG”.
Oltre ai 19 punti e 6 assist con il 49% dal campo dalla fine di Gennaio a oggi, però, Holiday ha dato prova di essere cresciuto tantissimo nella metà campo difensiva; durante le sfide di questa stagione tra Pelicans e Blazers Holiday ha marcato Lillard in 127 possessi, mentre il contrario è accaduto solamente in 50 possessi. Un problema potrà essere rappresentato dalle dimensioni degli esterni dei Pelicans, considerando che l’ala piccola titolare è E’Twaun Moore, fisicamente (e non solo) una guardia, e la capacità di Lillard di tirare da tre a piacimento sia off the dribble che in catch & shoot e step-back contro giocatori delle sue stesse dimensioni (guardare il video contro i Lakers qua sopra per avere le prove). Fondamentale sarà per Holiday e in generale per NOLA eseguire nella metà campo offensiva, in modo da obbligare il più possibile Dame (e McCollum) ad attaccare a difesa schierata. L’attacco dei Blazers vive poco di transizione ma può comunque fare fatica contro cinque marcatori schierati (magari anche a zona? Potrebbe essere un’altra chiave), Gentry dovrà limare il più possibile l’efficienza offensiva dei suoi.
Holiday è per altro cresciuto tantissimo nel recupero in campo aperto, come testimoniano le 0.8 stoppate a partita, il miglior dato della carriera e decisamente interessante per una point guard.
Per quanto riguarda il capitolo Anthony Davis, Portland sulla carta non presenta molte opzioni per il suo contenimento. AD è alla miglior stagione offensiva della propria carriera con 28.1 punti a partita (per Basketball Reference), tira con una percentuale reale del 55% e durante la striscia di dieci vittorie di NOLA a Marzo ha tenuto quasi 35 punti e 14 rimbalzi di media, senza segni di cedimento a prescindere dalla difesa che si trovava davanti. Se nessuno dei lunghi dei Blazers sembra in grado di occuparsi di lui per i 40 e passa minuti a partita che dovrebbe passare in campo, l’efficienza generale della difesa di Stotts potrebbe in questo senso essere d’aiuto cambiando il più possibile su The Brow e girando la marcatura fra Nurkic, Aminu (soprattutto) e Ed Davis.
AD potrà rappresentare un grattacapo per i Blazers sia sulle linee di passaggio sul fondo tanto care a Lillard e McCollum (senza scordarsi delle 2.6 stoppate a partita mostrate nel 2017-18).
Sia nell’uno contro uno dall’altra parte, a prescindere da chi proverà a fermarlo (qui, maltratta Nurkic).
Players to watch
Inutile dire, come già sottolineato in apertura, che l’attenzione è riversata quasi esclusivamente sul duello a distanza fra Damian Lillard e Anthony Davis (a distanza perché, per forza di cose, i due non entreranno quasi mai in contatto sul parquet). Davis è arrivato secondo per punti segnati in regular season, con 28.1, mentre Lillard ha chiuso al quinto posto con 26.9; inutile aggiungere che nessuna delle altre sette serie del primo turno può contare due giocatori nella top-5 per punti di media. Entrambi, pur interpretando l’attacco in modi diametralmente opposti per il ruolo, rappresentano macchine da punti alle quali nessuna difesa, neanche nelle migliori serate, può porre rimedio, e sarà importante quindi per le due squadre cercare di sfruttare ogni eventuale passaggio a vuoto della superstar avversaria.
Spostando l’attenzione alle second bananas, diventa quindi fondamentale anche la sfida tra CJ McCollum e Jrue Holiday. Se il primo è uno dei migliori attaccanti individuali della lega, Holiday da parte sua è stato la perfetta spalla di Davis nella corsa ai playoff, e nonostante i compiti di marcatura di McCollum non andranno quasi sicuramente a lui (che come abbiamo visto sarà impegnato su Lillard), è probabile che chi dei due riuscirà ad aiutare meglio la propria star potrà rappresentare un vantaggio determinante nell’andamento della serie. (McCollum, in caso di raddoppio o asfissiamento prolungato dei Pelicans su Lillard, può anche automaticamente diventare la prima opzione offensiva di Stotts).
Altro duello interessante può essere rappresentato dalla sfida tutta est-europea tra Nikola Mirotic e Jusuf Nurkic, entrambi provenienti da una regular season fatta di alti (molti) e bassi (meno) e che si sono dimostrati fondamentali nell’andamento delle proprie squadre. Se Nurkic è il motore che fa partire tutta la straordinaria macchina da rimbalzi di Portland, Mirotic è una valvola di sfogo fondamentale per un attacco come quello di NOLA legato sì ad assist e ritmo alto, ma anche e sopratutto alle gesta individuali di Davis.
Pronostico
La serie si presenta come una delle più equilibrate di questo primo turno, probabilmente la più incerta in assoluto assieme a Thunder-Jazz, e tutti i piccoli duelli individuali e la capacità degli allenatori di aggiustare le proprie scelte in base all’andamento delle partite potrebbero risultare decisivi ai fini del risultato finale.
Se la classifica, oltre al fattore campo, dice che i Blazers arrivano per forza di cose da favoriti, i segnali di cedimento avuti dai ragazzi di Stotts nelle ultimissime partite di regular season, quando tenere il terzo posto era fondamentale e sono arrivate curiose sconfitte contro Memphis e Dallas, potrebbero far pensare a una squadra col fiato leggermente corto, e che rischia di soffrire i ritmi altissimi imposti da Davis e compagni. Nessuna delle due squadre ha una grande esperienza ai Playoff (per Davis è solo la seconda apparizione, dopo quella contro gli Warriors del 2015 conclusa con un 4-0 ma ben più tirata di quanto dica il risultato finale), Portland è avvantaggiata ma la mancanza di soluzioni difensive realistiche al problema Davis sarà un problema.
Potrebbe non essere una fantasia così poco realistica pensare a dei Pelicans in grado di rubare il fattore campo in una delle prime due partita a Portland e poi, davanti al proprio pubblico, portarsi avanti 3-1 nella serie e da lì, una volta fatte crollare le certezze difensive di Portland, chiudere il primo turno sul 4-2 e portare Davis alle semifinali di Conference per la prima volta nella sua carriera. Portland-New Orleans potrà non essere una delle serie di punta di questi Playoff, ma la presenza di due All-Star e un pronostico incerto come pochi altri potrebbero valere la pena di restare in piedi qualche ora in più nei prossimi giorni.
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Secondo me la chiave della serie e' Rondo, e' il centro del gioco, e' lui che ha reso migliore Holiday, Moore, che sa quando innescare Mirotic e sa fare tutto ciò' senza limitare il gioco di Davis. Senza Rondo i Pelicans perdono. Rondo, finalmente lasciato libero di fare l'allenatore in campo, e' diventato il catalizzatore del gioco, ma i protagonisti saranno gli altri, Davis per primo.
Non aver nominato mai Rondo in questo articolo, squalifica tutta la bella l'analisi fatta.
Come si fa a dimenticarsi di uno così ai Playoff mi lascia basito