È stato dominante, Joel Embiid, nella prima partita di post-season della sua giovane carriera. Una partita che, tra l’altro, fino a pochi istanti dal via era in dubbio se giocare o meno. Il lungo camerunese non solo ha giocato, ma ha contribuito significativamente alla perentoria vittoria dei Sixers in Gara 3. Suoi 7 punti consecutivi a quarto periodo inoltrato, che hanno distanziato definitivamente Miami e permesso a Phila di stravincere l’ultimo periodo (32-14).
Sul campo degli Heat, Phila ha vinto 128 a 108, mentre Embiid ha chiuso con 23 punti (5 su 11 dal campo, 3 su 4 dall’arco, 10 su 15 dalla lunetta), 7 rimbalzi, 4 assist e 3 stoppate, di cui un paio poderose nel primo quarto. Soprattutto, ha reso impossibile la vita di Hassan Whiteside, sempre più fuori dalla serie. Se si poteva presumere che un ritorno del prodotto di Kansas avrebbe abbassato il numero di possessi e quindi fatto il gioco di Whiteside, il lungo di Miami si è accomodato in panchina ben presto, con problemi di falli (4 in solo 13 minuti di gioco) e una generalizzata sensazione di totale sfasamento.
Nonostante la maschera gli abbia causato più di un problema (è stato ad esempio stoppato da Winslow), Embiid ha ricevuto sinceri complimenti da coach Brown:
“Sono orgoglioso di ciò che ha fatto in campo. È stato molto professionale: anche durante la stagione regolare ha fatto di tutto per tornare a giocare. Considerate la situazione. Non solo era infortunato, ma al suo rientro ha dovuto giocare una partita di Playoff, in trasferta, con una maschera protettiva che oscura parte della visuale. Il fatto che sia tornato in queste condizioni e abbia prodotto quanto di buono ha prodotto in campo e ci abbia guidato in questa vittoria in trasferta, beh, sono molto orgoglioso di lui.”
Lo stesso JoJo ha parlato della prima partita da mascherato:
“[La maschera] mi ha disturbato. Ma sapevo che l’unico modo che avevo di giocare questa partita era mettere una maschera che mi proteggesse il volto grazie ad una visiera protettiva. Ho dovuto abituarmici, ma ha funzionato.”
Embiid, il cui utilizzo per Gara 3 è stato definito “probabile” solo poche ore prima dell’incontro, è stato costretto ad indossare questa maschera nera, in fibra di carbonio, e l’inizio non è stato promettente: 5 errori dal campo. Da campione qual è, invece, si è ripreso nei minuti successivi, arrivando addirittura a silenziare il pubblico di Miami (“Non siamo venuti qui per farci degli amici”, dirà Embiid).
“È tornato un All-Star nel quintetto [dei Sixers], è una sensazione differente. Cambia le cose, di sicuro,”
ha detto ai microfoni Justise Winslow, il migliore in casa Heat. A Embiid, invece, è stato chiesto quante paia di maschere avesse, siccome ne ha tirata fuori un’altra dopo che la prima è stata schiacciata dal piedone di Winslow. “Una cinquantina”, la risposta. Coach Spoelstra si è comunque detto fiducioso: Miami riuscirà a difendere meglio su di lui in Gara 4, spendendo meno falli.
Dopo neanche 100 partite di regular season disputate in carriera, un’apparizione all’All-Star Game e un posto che lo attende nei quintetti All-NBA, Joel Embiid ha dominato la prima partita di Playoff della sua giovane carriera. Non sarà l’ultima. A proposito di premi individuali, tra l’altro, la #3 scelta al Draft 2014 ha rivelato che si sente di essere “il miglior difensore della lega.”
Dovrebbe essere costretto ad indossare la maschera fino a fine stagione, ma agli Heat “servirà ben più di questo” per estrometterlo dalla serie. È piuttosto carico, Joel.
“Sarò il loro incubo.”
Masked Playoff debut!
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