Utah Jazz

NBA, Donovan Mitchell meglio di Karl Malone

Sono finite le parole per descrivere Donovan Mitchell. La Gara 4 giocata questa notte, che ha portato i suoi Utah Jazz avanti 3-1 nella serie, è stata l’ennesima conferma di essere davanti ad una futura stella. Emblematica la standing ovation post-partita che ha lasciato la matricola senza parole.

C’era una volta “Il Postino” Karl Malone, che al suo primo anno nella lega ne mise 31 in Gara 2, record di franchigia per un rookie, contro i Dallas Mavericks nella sua prima serie Playoff persa 3-1 e chiusa a 22 punti di media con 7.5 rimbalzi; c’è ora una matricola da Louisville che, dopo aver infranto quel record grazie ai 33 di questa notte, sta viaggiando a 27.5 punti e 8.5 rimbalzi, giocando come prima opzione della sua squadra e innalzando ancora di più l’asticella dopo una stagione giocata già ad un livello sensazionale.

La serie, nonostante il 3-1 è tutt’altro che finita visto il valore degli Oklahoma City Thunder, che però nelle due gare a Salt Lake City hanno mostrato tutte le problematiche che erano state evidenziate durante la regular season.

Della serie di Donovan Mitchell sorprende la naturalezza con cui lui sta interpretando questo ruolo da leader alla sua giovane età, nonostante la pressione e le attenzioni che sono aumentate nei suoi confronti dopo una stagione regolare da 20.5 punti. Stagione che però potrebbe non bastargli per vincere il premio the Rookie of the Year perché sulla East Coast c’è un Ben Simmons che ha fatto piovere triple doppie (dopo Gara 4 primo rookie da Magic Johnson a realizzarne una ai Playoff).

Nonostante il trash talking a distanza per l’assegnazione del premio, il giocatore dei Jazz ha sicuramente altri obiettivi nella testa e uno di questi a breve termine è portare la propria squadra al secondo turno dei Playoff per il secondo anno consecutivo, cosa che sembrava impensabile ad inizio stagione dopo la partenza di Gordon Hayward.

 

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Pubblicato da
Francesco Grisanti

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