La post-season dei Philadelphia 76ers si è conclusa con un perentorio 4-1 subíto dai Boston Celtics. Nella città dell’amore fraterno l’ottimismo non è comunque venuto meno, come testimoniano le parole di coach Brett Brown o quelle delle due superstar della squadra, Simmons ed Embiid.
Con la fine della stagione è però arrivato il tempo di fare un bilancio di ciò che ha funzionato e ciò che, invece, non lo ha fatto. Nell’ultima categoria si può inserire appieno il jump shot di Ben Simmons, autentica croce del numero 25 dei Sixers. Le scelte difensive dei Celtics, che lo hanno battezzato praticamente per tutta la serie, hanno funzionato egregiamente. I ragazzi del candidato al premio di Coach of the Year (sebbene non abbia ricevuto alcun voto dai suoi colleghi) Brad Stevens hanno sempre preferito lasciare qualche metro di spazio per un tiro dalla media al rookie dei Sixers, per evitare di venire battuti in penetrazione.
L’impressione è che se Simmons riuscisse a costruire un affidabile tiro dalla media/lunga distanza, diverrebbe praticamente inarrestabile. Lo stesso giocatore però va controcorrente, dicendosi non interessato a modificare la meccanica di movimento:
“Farò piccoli cambiamenti, ma non cambierò totalmente il tiro.”
La tendenza di Simmons a preferire una conclusione al ferro rispetto ad una dalla lunga distanza si evince chiaramente dalla statistica secondo cui il 78.7% dei suoi tiri complessivi sarebbe stato effettuato entro i 3 metri di distanza dal canestro. I problemi di Simmons sono poi chiari anche nel tiro da 3 punti: il tabellino della post-season recita 0/11.
Nonostante le difficoltà nella serie contro i Celtics, fra i favoriti per il premio di Rookie of the Year c’è proprio Simmons, che in stagione ha tenuto medie di 15.8 punti, 8.2 assist e 8.1 rimbalzi per gara.
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Se esistesse ancora il fallo di sfondamento, o quello in attacco quando si va a sbattere contro il difensore, (che esistono solo teoricamente ma in pratica non vengono mai fischiati), i giocatori come Simmons e Antetokoumpo non sarebbero così forti, o quantomeno dovrebbero sforzarsi un po' di più ad affinare la loro tecnica offensiva.
Anni fa hanno cominciato a mettere quella piccola area sotto canestro, dove non vale lo sfondamento e il difensore deve spostarsi, ma oggi potrebbero toglierla, perchè di fatto, ogni volta che c'è un contatto in corsa tra attaccante e difensore, è sempre fallo del difensore e alcuni giocatori ne hanno fatto un'arte, attaccando sempre in corsa dal palleggio per vie centrali fino al ferro.
Il "merito" è di Lebron, perchè queste regole le hanno cambiate per vederlo schiacciare mentre butta giù i difensori, "rubando" appassionati al football americano.
In parte il gioco è migliorato, perchè è più veloce, più spettacolare ed è più difficile che un attaccante si infortuni mentre va a schiacciare, ma quando vedi un difensore che si toglie dall'area, perchè un attaccante è lanciato a canestro ed è ancora a 5 metri di distanza e poi vedi quell'attaccante schiacciare e far vedere i muscoli davanti alla telecamera, ti cadono un po' le braccia..
Fa bene comunque Ben a non cambiare la sua meccanica di tiro bella alta, che gli permette di essere più pericoloso nel jumper; anche Lebron all'inizio era scarso da tre ed ora tira col 40%. Certo, zero su 11 neanche Lonzo Ball...
c'è da lavorare in estate.