Mancano poche ore alla prima palla a due della Finale della Eastern Conference tra Boston Celtics e Cleveland Cavaliers e gli animi di alcuni protagonisti cominciano a riscaldarsi.
È il caso di Marcus Morris. Il gemello di Markieff è l’indiziato numero uno ad essere lo “stopper” di LeBron James, ruolo già ricoperto nei Playoff del 2016 quando ancora vestiva la maglia dei Detroit Pistons. Nonostante quella serie lo vide soccombere sotto i colpi del Re, ai microfoni di Chris Forsberg di ESPN, Morris ha mostrato grande fiducia nei propri mezzi.
“Sono un po’ più esperto rispetto a 2 anni fa. Personalmente, oggi, penso di essere il miglior difensore della lega su LeBron, al di fuori di Kawhi (Leonard)”.
Dichiarazioni che infiammano il pre-partita e danno fiducia all’ambiente Celtics. Occhio però alle controindicazioni. Stuzzicare il can che dorme non è mai buona cosa e di esempi riguardo ciò, ce ne sono moltissimi. Uno di questi è relativo alla serie di Playoff tra Cavs e Pistons quando l’ex compagno di Morris, Stanley Johnson, aveva dichiarato di essere entrato nella testa di LeBron prima che quest’ultimo chiudesse la pratica in 4 partite. Altro esempio di come sia meglio non provocare LBJ è spiegato dai Washington Wizards. Wall e compagni prima della prima stagione contro i Cavs, ebbero l’ardire di affermare che i ragazzi di coach Lue avevano fatto di tutto per evitarli nei Playoff dello scorso anno. Risultato: 57 punti di LeBron.
Il dado è tratto. Morris ha lanciato il suo guanto di sfida. La speranza di tutti i tifosi Celtics è che adesso dia seguito alle sue parole coi fatti. Perché in Massachusetts LeBron James fa paura, questa versione ancora di più.
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