(4) Cleveland Cavaliers 83 – 108 Boston Celtics (2)
I Celtics si portano in vantaggio per 1-0
La prima gara delle Finali della Eastern Conference si tiene al TD Banknorth Garden di Boston: è l’ennesimo capitolo della saga che vede opposti LeBron James e i Boston Celtics, la sfida che più di tutte ha caratterizzato la Eastern Conference negli ultimi tre lustri. Differentemente dalle ultime sfide tra le due squadre, stavolta è il quattro volte MVP della regular season a dover soccombere alla testa di serie numero 2, priva -lo ricordiamo ancora una volta- di Gordon Hayward, Kyrie Irving, Daniel Theis e Shane Larkin.
In sede di presentazione della gara vi avevamo accennato di come una delle possibilità di lettura della serie fosse la contrapposizione, piuttosto semplicistica, tra il più grande singolo che questo sport possa presentare, LBJ, e un collettivo coeso e allenato divinamente dal candidato a Coach of the Year Brad Stevens.
A volte, però, le strade più scontate sono le più corrette da seguire: Gara 1 non ha fatto altro che mettere in luce la grande capacità dell’ex allenatore di Butler di guidare il collettivo, evidenziando al contempo tutti i limiti nelle due metà campo dei Cleveland Cavs, guidati da un James ai limiti della tripla doppia ma ben lontano dalla propria miglior versione.
Coach Tyron Lue ha scelto nuovamente il quintetto con Kevin Love da centro, affiancato da George Hill, Kyle Korver, JR Smith e LeBron James. Coach Stevens, invece, si è affidato allo starting lineup composto da Terry Rozier, Jaylen Brown, Jayson Tatum, Marcus Morris e Al Horford. Insolitamente, lo straordinario parziale di 32-11 che ha segnato indissolubilmente la gara, ha cominciato a prender forma con i quintetti base ancora in campo: dopo le schermaglie iniziali in cui Cleveland si era portata avanti per 7-4, i Celtics hanno deciso di cancellare immediatamente i Cavs dal terreno di gioco. La partita si è decisa, di fatto, grazie a un parziale incredibile dei ragazzi di Stevens, partito dopo appena 3’04” dall’inizio della gara.
A salire in cattedra, sui due lati del campo, è il duo Al Horford-Jaylen Brown che punisce la squadra del re in ogni modo possibile: penetrazioni, jumper, alley hoop, triple e, soprattutto, una difesa asfissiante che ha costretto Cleveland a segnare appena 18 punti totali nel corso nella prima frazione. Il dinamico duo dei Celtics chiuderà la gara con 43 punti segnati in due e il numero 7 sarà il miglior realizzatore della gara a quota 23. Il primo quarto si chiude, però, con la straordinaria maturità cestistica di Jayson Tatum che decide di iscriversi definitivamente alla gara battendo la sirena della prima frazione. Per lui saranno ci 16 punti, 6 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate e una stoppata alla fine di un match giocato in modalità all-round e chiuso col miglior Plus/Minus tra i giocatori in campo: +27.
Da questo momento in poi la gara appare definitivamente compromessa e Cleveland non fa molto per rendere più difficile il compito di Boston: i Cs dominano completamente il pitturato e confermano ulteriormente la propria capacità di lasciare solo le briciole all’attacco di coach Lue. Cleveland chiude il secondo quarto segnando il medesimo numero di punti del primo: soli 36 punti all’intervallo per la franchigia campione NBA nel 2016, contro i 61 dei ragazzi terribili di Stevens guidati dai 18 di Brown e i 14 di Horford.
Brown fa sentire il suo peso in entrambe le metà campo
All’inizio della ripresa, i Cavs sono attesi ad una reazione rabbiosa e prorompente ma Boston non fatica a mantenere un vantaggio ampiamente in doppia cifra, malgrado Cleveland riesca finalmente a far leggermente salire le proprie percentuali dai 7.25. Nella terza frazione vanno a segno da oltre l’arco Korver, Hill e Love (saranno ben tre delle sole quattro triple totali realizzate in serata dai Cavs) ma i buoi sembrano già ampiamente scappati dalla stalla. Malgrado James e compagni riescano a rientrare sotto i 20 punti di svantaggio, chiudendo il terzo quarto sul 62-78, il loro linguaggio del corpo non sembra promettere nulla di buono: nel quarto quarto, infatti, i punti di vantaggio arrivano a essere anche 28, prima di assestarsi sul +25 finale che segna la prima, straordinaria, vittoria della ciurma di coach Brad Stevens.
I numeri degli uomini più impiegati dalla squadra del Massachusetts parlano chiaro: tutti ampiamente in doppia cifra di plus minus i primi sette componenti della rotazione, Cavs costretti a un orrido 31 su 86 (4 su 26 da tre). Come anticipato, King James, malgrado tutto, continua a gravitare attorno alla tripla doppia: 15+7+9 ma i numeri parlano anche di 7 palle perse, di un durissimo 31.2% dal campo forzato dalla difesa di Stevens e di un terrificante -32 di parziale maturato mentre il re era in campo. L’unico capace di portare un contributo realizzativo apprezzabile oltre al due volte MVP delle Finals è stato Love (17+8) ma il suo impiego è risultato comunque viziato dalle percentuali dal campo (appena oltre il 35%) e da una difesa inconsistente, fotografata dal -13 di Plus/Minus.
Più di uno ha notato le difficoltà della squadra di Lue.
Per Boston da segnalare anche il grandioso contributo di Marcus Morris che, dopo le dichiarazioni controverse del pre-partita, ha segnato ben 21 punti conditi da 10 rimbalzi e da un invidiabile+25 di Plus/Minus. Il prodotto di Kansas non è stato l’unico a brillare nel supporting cast di Boston: ottimo l’apporto dalla panchina anche di Marcus Smart che, in versione facilitatore, aggiunge ben sei assist ai suoi 9 punti e fa registrare un ottimo +16 di Plus/Minus.
Gara 1 finisce, dunque, nelle mani di Stevens: Lue dovrà effettuare numerosi aggiustamenti già a partire da Gara 2 per ribaltare il fattore campo.
Che eliminare LBJ prima delle finali sia un’impresa semi-impossibile è cosa nota, ma coach Stevens può essere l’uomo giusto per far vacillare il trono del Re dell’Est.
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Grandissimi!
Come mi aspettavo, Stevens mette Horford e Morris a turno su James, per fermarne le scorazzate nel pitturato, lasciandogli il tiro da tre; un rischio, ma il risultato è uno 0 su 5, 15 pts (meno della metà della sua media playoff) e zero scarichi per i compagni, che a parte Kevin Love, faticano a guadagnarsi il minimo vantaggio in attacco, per costruire un buon tiro.
In questo modo Jaylen Brown è libero di concentrarsi sull'attacco, battendo in ogni modo Korver (ottimo tiratore, ma 37 anni e uno scivolamento laterale da bandiera bianca contro l'atletismo del 21enne biancoverde) e costringendo Lue a toglierlo pur di fermare l'emorragia difensiva.
Horford tutto muscoli nel pitturato contro Love, Morris una sicurezza al tiro e Tatum, come al solito, lucido e implacabile al momento giusto (7 i suoi punti nel parziale di 11 a 0 dell'inizio quarto quarto, che chiude definitivamente i giochi).
Non si può sperare che James abbia quattro seratacce al tiro dall'arco, magari ne avrà al massimo un'altra in tutta la serie, ma intanto la prima carta giocata da Stevens è quella giusta!