A distanza di 48 ore dal primo episodio della serie, Kevin Durant ha replicato la prestazione di Gara 1 confermandosi su standard stellari, ma questa volta non è bastato per portare a casa il successo.
La sconfitta brucia e il #35, decisamente autocritico, non nasconde di essere scocciato per l’esito finale:
“Nel corso della partita capita di avere problemi di comunicazione, fa parte della natura del gioco. Se abbiamo messo insieme quattro o cinque possessi buoni in fila, non possiamo permetterci errori sul sesto, settimo e ottavo. […] Io ho cominciato l’incontro con una palla persa e un fallo. Così facendo ho messo in partita Trevor Ariza e il pubblico [di Houston]. Mi prendo la piena responsabilità per l’inizio di partita. Non posso cominciare una gara in quel modo. Oggi la cosa è stata contagiosa e i miei compagni mi hanno seguito.”
L’aggressività è dunque la chiave, e Durant non manca di ribadirlo:
“Quando prendo palla sento di dover essere aggressivo non voglio vagare per il campo e [giocare a] passarla sul perimetro, altrimenti ci troviamo costretti a prendere cattivi tiri allo scadere dei 24″ per colpa di tutti i loro cambi difensivi.”
Per l’ex Oklahoma City si tratta della quinta partita oltre 30 punti nei Playoff NBA 2018, la settima con almeno il 50% dal campo.
Curry, al contrario, ha litigato con il canestro anche in Gara 2 (7-19 dal campo, 1-8 da tre), ma non si perde d’animo e guarda avanti:
“Se Durant continuerà su questi standard io tirerò meglio e giocheremo meglio anche in difesa e altri ragazzi si sentiranno coinvolti. Niente paura.”
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