(1) Houston Rockets 95-92 Golden State Warriors (2)
Serie in parità sul 2-2
Grazie ad una prestazione di grinta e cuore, gli Houston Rockets espugnano la Oracle Arena di Oakland vincendo 95-92 contro i Golden State Warriors ed impattando la serie sul 2-2. Per i Rockets si tratta della prima vittoria della loro storia in trasferta contro Golden State ai playoff, mentre dall’altra parte Steph Curry e compagni vedono interrompersi la serie di 16 partite vinte consecutivamente in casa ai playoff.
La prima notizia della serata arriva con discreto anticipo rispetto alla palla a due: Andre Iguodala non sarà della partita a causa di problemi al ginocchio. A rimpiazzarlo in quintetto c’è Kevon Looney.
L’inizio di gara è da incubo per Houston: Golden State entra subito in ritmo con Curry, Thompson e proprio lo stesso Looney, mentre i Rockets non ingranano in attacco, sbagliando le prime 7 conclusioni e perdendo numerosi palloni. Risultato? 12-0 Warriors dopo cinque minuti di gioco (mai Houston, in stagione, aveva iniziato una partita senza segnare per così tanto tempo).
Quattro punti in fila di Harden iscrivono gli ospiti alla gara, ma il gap che resta pressoché invariato per tutto il primo quarto: Durant e Curry fanno il bello e il cattivo tempo in attacco e alla prima pausa il tabellone recita 19-28, con KD già a quota 10 punti, mentre Houston resta a contatto grazie alle giocate del Barba e di Eric Gordon, con un Chris Paul in netta difficoltà.
In avvio di secondo quarto Klay Thompson si fa stoppare da Capela e resta a terra dopo il contatto per un problema al ginocchio, essendo così costretto a tornare negli spogliatoi. La gara intanto prosegue con Houston che lentamente ma inesorabilmente si riavvicina, toccando il -6, mentre la truppa di coach Kerr prova a gestire il vantaggio con i canestri di Durant e Green. Una mostruosa schiacciata di Harden (già a quota 20 punti a metà secondo quarto!) su Draymond Green firma il 34-36, Klay Thompson torna sul parquet e Curry commette il suo terzo fallo in un secondo quarto già molto emozionante.
Quattro punti in fila di un Chris Paul finalmente propositivo valgono la prima parità sul 41-41, con la squadra di D’Antoni che è ampiamente in partita e, trascinata dalla coppia Harden-Paul, vola addirittura sul +10 (53-43) sfruttando un momento di sbandamento offensivo di Golden State. Si va quindi all’intervallo con Houston avanti 53-46, al termine di un secondo quarto che ha visto gli Warriors segnare appena 18 punti contro i 29 della sola coppia Barba-CP3 (sono 34 quelli complessivi dei Razzi nel secondo periodo).
Fun fact: dal 12-0 iniziale Chris Paul e James Harden hanno segnato 38 punti, contro i 34 realizzati da tutti i Golden State Warriors.
Una tripla di Curry apre l’ormai ‘famigerato’ terzo quarto dei Golden State Warriors, che stringono le maglie in difesa ma commettono qualche palla persa di troppo in attacco, riportandosi comunque ad un possesso di distanza dai Rockets. A metà periodo succede esattamente quello che Houston avrebbe volentieri evitato: Steph Curry si mette in proprio e segna due triple in fila, la prima dai 9 metri, la seconda dopo la ormai consueta dose di palleggi e finte su un inerme Capela, infiammando la Oracle Arena.
Golden State passa così dal 62-57 al 62-63, tornando in vantaggio dopo aver a lungo inseguito. Non basta il time-out di D’Antoni a fermare la ‘marea gialla’: Curry infila altri 5 punti (11 in fila per lui!), lo Splash Brother #2 lo segue a ruota e serve un altro minuto della panchina ospite per provare a limitare i danni (65-73). Anche in questo caso, però, non si placa l’ira di Steph, che con l’ennesima tripla (quarta nel periodo, in cui ha segnato 17 punti) porta Golden State sul 70-80 a 12’ dalla sirena finale.
Houston prova a rientrare in avvio di quarto periodo, tornando a -5 grazie ai canestri di Paul e Capela, mentre la manovra di Golden State non è più fluida come al rientro dall’intervallo. Le chiavi continuano ad essere i rimbalzi in attacco da una parte (lato GSW), e i tiri liberi dall’altra (lato HOU), con i ragazzi di Mike D’Antoni che provano a restare a contatto e riescono, grazie ad un sontuoso Chris Paul, a rimettere la testa avanti a metà quarto periodo sull’85-84.
L’attacco dei padroni di casa continua a fare molta fatica a produrre qualcosa di buono mentre Houston, ancora grazie ai punti dalla linea della carità, tocca il +5 (91-86). Ad un gioco da tre punti di Curry risponde la prima tripla di serata (dopo 6 errori) di Gordon, con la gara che entra nell’ultimo minuto con Houston avanti 94-91 ed entrambe le formazioni con le polveri bagnate. Un 1/2 di Green ai liberi vale il -2, Harden sbaglia la tripla della staffa ma Golden State non ferma la partita, e il tiro in allontanamento di Klay Thompson a 0.5 dalla fine è corto. Paul in lunetta non chiude i giochi realizzando soltanto uno dei due liberi a disposizione, ma la tripla di Curry sulla sirena (forse comunque fuori tempo massimo) non va oltre il primo ferro, con gli Houston Rockets che possono così festeggiare la vittoria 95-92 e il conseguente pareggio nella serie: 2-2.
Andando a sviscerare qualche numero sulla gara, è palese che in un match così lottato, nonostante ci siano stati molti parziali, siano i dettagli a fare la differenza. Dal punto di vista dei Rockets, quello che ha sicuramente funzionato è stato l’attaccare il ferro: Houston ha tirato quasi il doppio dei liberi di Golden State (27 contro 14), che in alcuni momenti della gara si sono rivelati fondamentali. Dall’altra parte, gli Warriors hanno dominato a rimbalzo offensivo (ben 16 le carambole catturate nell’area avversaria, contro le 8 dei Razzi), riuscendo in alcuni casi a sopperire alle difficoltà offensive con qualche tap-in (Looney 6 rimbalzi offensivi, Green 4), ma questo non è bastato per avere la meglio su dei coriacei Rockets.
Dal punto di vista individuale, infine, a fare la differenza per Houston ci ha pensato la coppia Harden-Paul: per il Barba sono 30 i punti finali, anche se 24 messi nel primo tempo. CP3, invece, chiude con 27 punti, equamente suddivisi, oltre ad una sensazione di leadership sempre crescente verso il finale di partita. Per quanto riguarda gli Warriors sono rispettivamente 28 e 27 i punti realizzati da Steph Curry e Kevin Durant, che non sono però riusciti nel finale a sbrogliare la matassa in un attacco divenuto troppo dipendente dagli isolamenti. 11 punti, 13 rimbalzi e 8 assist per un positivo Green, mentre Klay Thompson si ferma a 10 punti con 4/13 dal campo.
Gli highlights del match:
La serie adesso tornerà in Texas nella notte tra giovedì e venerdì, con la formazione di D’Antoni che ha ripreso possesso del fattore campo e si appresta ad iniziare una ‘mini-serie’ al meglio delle tre partite: chi ne vince due, va alle Finals.