Se i Golden State Warriors hanno raggiunto la quarta Finale NBA consecutiva è merito anche suo. La macchina perfetta di Steve Kerr infatti, sarebbe leggermente meno impeccabile se non fosse per Klay Thompson. Un giocatore meraviglioso su entrambi i lati del campo, un All-Star che ti sa farti vincere le partite (vedi Gara 6 contro gli Houston Rockets) ma che conosce bene il suo ruolo nel team. Quello di terza opzione, dopo Kevin Durant e Stephen Curry.
Un bel lusso per i californiani. Anche perché Klay Thompson non è solamente un eccezionale giocatore, è anche uno straordinario professionista. Etica del lavoro clamorosa e una spaventosa e quasi maniacale ricerca della perfezione, come dimostra l’intervista post Gara 7.
“Ero molto frustrato nei primi minuti. Fare 3 falli in poco tempo è inaccettabile, soprattutto per un giocatore che è nella lega da 7 anni. È un qualcosa che non può ricapitare nella prossima serie. Sono fortunato ad avere grandi compagni di squadra che sopperiscono anche a queste cosa ma non deve assolutamente ricapitare.”
Nonostante i 3 falli, il figlio di Mychal ha comunque dato il suo contributo chiudendo la gara con 19 punti e 8/13 al tiro.
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