Alla vigilia di Gara 3 delle NBA Finals 2018, LeBron James e Stephen Curry sono stati chiari riguardo alla tradizionale visita alla Casa Bianca per chi conquisterà il titolo nelle prossime settimane. Nessuna delle due compagini, secondo quanto affermato dalle due stelle NBA, si presenterà in visita a Donald Trump.
Il tanto discusso presidente degli Stati Uniti d’America ha già dovuto annullare l’incontro con i Philadelphia Eagles, campioni NFL, perché solo un ristretto gruppo di giocatori aveva accettato, come confermato da Trump:
“Avevo invitato gli Eagles ma solo una piccola parte di loro aveva accettato, quindi abbiamo cancellato l’evento – ha twittato Trump. Stare nello spogliatoio mentre suona il nostro inno nazionale è irrispettoso quanto inginocchiarsi.”
Le polemiche non si fermano qui, tant’è che chiunque vincerà tra Cleveland Cavaliers e Golden State Warriors, il messaggio rimane chiaro come sostiene LeBron James:
“È tipico da parte sua, non mi sorprende affatto che si comporti così. So che chiunque vincerà la serie nessuno vuole andare da lui alla Casa Bianca, non importa si tratti di Golden State o Cleveland: nessuno vuole un invito. Temo che fino a quando rimarrà in carica queste cose continueranno ad accadere, perché ci sono molte cose in cui crediamo come Americani che sentiamo lui non rappresenti. E c’è tanta gente che pensa lui non rappresenta il popolo o che faccia cose giuste per il popolo. Ma non voglio che questa cosa cancelli l’incredibile risultato ottenuto dagli Eagles vincendo il SuperBowl: devono essere per sempre considerati campioni, non lasciamo che un mancato invito privi loro di questo momento. Penso che vincere un titolo sia molto più importante di essere invitati alla Casa Bianca. Soprattutto se lì c’è lui.”
Sulla stessa linea, come anticipato, anche Stephen Curry:
“Spero ovviamente di trovarmi in quella situazione, di poter vincere le prossime due partite ed essere campione. Ma concordo con LeBron, anche per essere coerenti con quello che abbiamo deciso lo scorso anno”.
Ancora più duro invece è Steve Kerr, allenatore dei Golden State Warriors, in aperta polemica con Trump da ormai più di un anno:
“Non mi sorprende, il presidente ha da tempo fatto capire che vuole dividere gli americani per il suo tornaconto politico. Penso che tutti non vediamo l’ora che questo torni ad essere la celebrazione di un gran risultato sportivo. L’ironia è che i giocatori degli Eagles sono tutti fortemente impegnati nella loro comunità e hanno fatto tanto per la città di Philadelphia: sono incredibili. Sarà fantastico quando torneremo alla normalità… tra tre anni.”
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